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Polemica per le "Abissine" de La Molisana, il pastificio: "È stato un errore"

abissine rigate

È polemica per la descrizione che il pastificio La Molisana ha dato del formato Abissine, definito: "Dal gusto littorio e dal sapore coloniale".

Da alcune ore il celebre pastificio La Molisana è finito nell’occhio del ciclone per la descrizione che sul suo sito internet è stata data al formato di pasta noto come “Abissine rigate”. Un formato che assieme alle cosiddette “Tripoline” deve il suo nome alla triste epoca del colonialismo italiano in Africa, ma che La Molisana aveva definito “Dal sicuro sapore littorio”. Frase decisamente di cattivo gusto soprattutto se accostata a un prodotto quanto più distante dalla dimensione politica come un pacco di pasta.

Abissine rigate, polemica sul pastificio La Molisana

A far notare la strana descrizione del pastificio è stato il giornalista di Radio Popolare Niccolò Vecchia, che sui social ha riportato alcune frasi prese direttamente dal sito dell’azienda. Le Abissine rigate sono infatti definite come un: “Formato dal nome che è già storytelling… Negli anni Trenta l’Italia celebra la stagione del colonialismo con nuovi formati di pasta: Tripoline, Bengasine, Assabesi e Abissine. La pasta di semola diventa elemento aggregante? Perché no! […] Di sicuro sapore littorio, il nome delle Abissine Rigate all’estero si trasforma in shells”.

La replica del pastificio

Non ci è voluto molto ovviamente perché l’azienda rispondesse alle accuse, affermando che si è trattato di uno spiacevole errore di controllo sull’elaborato dell’agenzia di comunicazione. La responsabile marketing Rossella Ferro ha infatti affermato: “Non abbiamo alcun intento celebrativo quando parliamo di questi formati storici, nati negli anni ’30. E infatti abbiamo appena provveduto a cambiare le schede descrittive dei prodotti. Siamo molto attenti alla sensibilità dell’opinione pubblica e in questo caso l’unico errore è stato non ricontrollare tutte le schede affidate all’agenzia di comunicazione. E invece è la conferma che non si può perdere di vista nemmeno un dettaglio. Ribadisco che per noi non c’è alcun sentimento di celebrare quel periodo storico”.