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Scuola, Lazio: "Riaprire è un rischio, ma didattica online non va"

Scuola

Le parole del direttore dell'Ufficio scolastico regionale sulla situazione delle scuole e della didattica a distanza.

Rocco Pinneri, direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, ha parlato della riapertura delle scuole prevista per l’11 Gennaio, quando la metà dei liceali tornerà in classe. Secondo il direttore il rischio è ancora troppo grande, anche se ha sottolineato che la didattica a distanza non funziona.

Rocco Pinneri sulla scuola

Rientrare ora significa correre dei rischi dal punto di vista sanitario ma la didattica a distanza non funziona e in prospettiva rischiamo anche di perdere migliaia di ragazzi” ha spiegato Pinneri, sottolineando che le decisioni ovviamente sono della politica e che lui si limita ad applicarle. “La sfida è quella di conciliare il trasporto pubblico locale con l’organizzazione delle scuole” ha sottolineato il direttore, spiegando che anche gli studenti hanno paura del virus e che bisogna fare il possibile per diminuire al massimo il rischio, anche se non può ancora essere pari a zero. Potrebbe comunque valere la pena rischiare perché la scuola sta perdendo un pezzo di generazione. “I ragazzi che protestano non sono gli stessi che stiamo perdendo, c’è una porzione di invisibili che non ha voce, di chi non riesce a seguire a distanza, di chi deve dividere il pc con altre persone, di chi vive con genitori che litigano perché hanno perso il lavoro per il Covid. C’è una scelta politica che non spetta a me prendere e nemmeno agli studenti: vale la pena correre il rischio derivante dall’incremento dei contagi per recuperare questa fetta di ragazzi che altrimenti rischiamo di perdere per tutta la vita perché l’anno prossimo lasceranno la scuola o non si iscriveranno? La risposta non spetta a me, ma quando la politica fa una scelta a me e a tutto il sistema scolastico tocca rispettarla” ha sottolineato Pinneri.

Il problema è che la didattica a distanza non funziona. Ovviamente se i contagi torneranno a salire la scuola tornerà ad essere a distanza, ma la didattica online non va come dovrebbe. “Ad ora restano da trovare 2mila supplenti. Rifiutano perché preferiscono non guadagnare che rischiare di ammalarsi prendendo un mezzo pubblico” ha spiegato, parlando degli insegnanti. Ha, inoltre, sottolineato che c’è stato un potenziamento delle corse, ma le scuole devono collaborare con ingressi scaglionati dalle 8 alle 10. Le ore torneranno ad essere di 50 minuti e quando la presenza sarà al 75% gli studenti andranno a scuola anche al sabato. “I professori lavoreranno sei giorni come prevede il contratto nazionale di lavoro poi capisco che anche questo è un ulteriore sacrificio per la gran parte delle scuole che finora si sono organizzate su 5 giorni. Quest’anno è un anno disgraziato in cui tutti si devono sacrificare. Lo hanno fatto i medici, gli infermieri. Interi settori come il turismo si sono sacrificati tocca anche a noi farlo” ha aggiunto Pinneri.