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Ricciardi sulla riapertura delle scuole: "Follia con 20 mila casi al giorno"

Ricciardi

Walter Ricciardi continua a sostenere la necessità di misure drastiche e si schiera contro la riapertura delle scuole l'11 gennaio.

Il consigliere del Ministero della Salute Walter Ricciardi ritiene una follia procedere con la riapertura delle scuole con 20 mila casi positivi al giorno. L’intensa circolazione del virus, ha affermato, conferma la necessità di mantenere su tutto il territorio italiano in maniera costante le misure per fermare la trasmissione del Covid. L’apertura delle scuole slitterà ancora? C’è chi giura che slitterà tutto al 31 gennaio per quanto riguarda le scuole superiori.

Ricciardi sulla riapertura delle scuole

Intervistato dal Messaggero, l’esperto ha manifestato l’esigenza non di inseguire il virus bensì di fermarlo. Un’azione che in questo momento l’Italia non sta riuscendo a fare perché “le istanze che presentiamo noi scienziati scontano dei compromessi al ribasso che non riescono a gestire questa situazione“. Da sempre sostenitore che per fermare la circolazione dell’infezione serva un lockdown ferreo, ha citato gli esempi di Australia e Nuova Zelanda a dimostrazione del fatto che “devi ridurre drasticamente la curva epidemica per recuperare una vita pressoché normale“.

La continua alternanza tra chiusure e aperture, ha continuato Ricciardi, non riesce a invertire la tendenza e produce effetti blandi e non duraturi. Di qui il suggerimento di avere il coraggio di attuare misure drastiche al momento giusto.

Interrogato sulla riapertura delle scuole, il consigliere ha ritenuto che tornare in aula con 20 mila casi al giorno non ha alcun senso. “Come si può pensare di rimettere in moto milioni di italiani?“, si è chiesto. Le aule, ha continuato, andrebbero riaperte solo quando si avranno poche migliaia di casi e si sarà di nuovo in grado di tracciare e testare.

Ricciardi sui vaccini

Quanto infine al tema vaccini, Ricciardi ha affermato che, quando sarà finita la prima fase di somministrazioni servirà una maggior coordinazione tra governo e regioni e un’accelerazione dell’arruolamento dei vaccinatori. “Dobbiamo vaccinare almeno 20 milioni di italiani entro l’estate, facendo le iniezioni nelle palestre, nei palasport, nelle fiere“, ha concluso.