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Molfetta, buste dell'immondizia al posto dei calzari in ospedale

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Buste dell'immondizia al posto dei calzari, l'episodio nell'ospedale di Molfetta.

Dopo la denuncia fatta online da Rifondazione Comunista Molfetta, la foto dell’operatore sanitario dell’ospedale Don Tonino Bello con ai piedi delle buste dell’immondizia al posto dei calzari necessari per affrontare l’emergenza coronavirus ha fatto il giro del web. Molte le critiche e le lamentele di chi già parla di un nuovo abbandono delle istituzioni al settore sanitario, passato in pochi mesi dall’essere definito eroico ad essere oggi spesso destinatario delle critiche più varie.

Ospedale di Molfetta, buste dell’immondizia ai piedi

L’operatore sanitario con ai piedi le buste dell’immondizia, ha rilasciato un’intervista a Fanpage, nella quale, dietro la sicurezza dell’anonimato, ha denunciato il profondo stato di disagio nel quale lui e i suoi colleghi sono costretti a lavorare. “Prima della lotta riguardante i calzari – spiega – abbiamo dovuto affrontare quella riguardante le visiere e lo screening per evitare il contagio nel personale”. E ancora: “Non siamo mai più stati sottoposti a tampone. Ci hanno detto che nell’ospedale c’è stata un’emergenza e che i tamponi sono serviti per test più approfonditi”.

L’operatore racconta poi di lavorare in un reparto che viene definito covid nel quale, malgrado la totale assenza di mezzi e strutture, stazionano i pazienti con sintomi della malattia in attesa della risposta del tampone. “Offriamo comunque assistenza di tipo subintensivo”, ma “fin dal primo giorno di apertura non avevamo i dispositivi per la protezione personale. Siamo riusciti a ottenere le visiere dopo più di 15 giorni con sollecito alla direzione per ottenere anche il tampone rapido, che comunque è stato un evento unico”. Stesso discorso varrebbe poi per i calzari: Usiamo ancora di tutto, dalle buste della spazzatura agli espedienti più assurdi. La foto che abbiamo reso pubblica non è unica nel suo genere: ne arrivano tante da tutta Italia. Anche il 118, per dire, ha le buste della spazzatura ai piedi quando ci porta i pazienti. Non siamo soli – conclude – alcuni di noi hanno dovuto provvedere di tasca propria”.