> > Sciopero scuola 11 gennaio: "Poco o niente per garantire nostri diritti"

Sciopero scuola 11 gennaio: "Poco o niente per garantire nostri diritti"

Sciopero scuola 11 gennaio

Diversi studenti hanno dato il via ad uno sciopero nel giorno della riapertura delle scuole protestando contro la didattica a distanza.

Caos e incertezza sulla riapertura della scuola, tra il governo che stabilisce l’11 gennaio come data per il rientro in aula e le regioni che procedono per ordine sparso, hanno spinto la Rete degli Studenti Medi a organizzare uno sciopero invitando gli studenti ad astenersi dalla didattica a distanza e dal presentarsi negli istituti laddove aperti. Una manifestazione che, partita inizialmente dal Lazio, si è estesa a tutta Italia.

Sciopero scuola 11 gennaio

Il primo motivo dello sciopero è da ricercare nella volontà di tornare in una scuola in presenza e di essere messi nelle condizioni di tornare nelle aule con i compagni e i docenti. Gli studenti hanno manifestato il bisogno di un piano che risolva le problematiche causate da decenni di tagli e di disinvestimenti. Nonché l’esigenza di non essere messi in secondo piano.

Hanno poi chiesto un coinvolgimento nei processi decisionali che riguardano la riapertura delle scuole: “Ci siamo stancati di non essere consultati quando si parla del nostro futuro e ci siamo stancati della poca serietà con cui si sta affrontando il rientro“. Ritengono infatti necessario che gli studenti e le studentesse possano esprimere le loro priorità e che si ascolti la loro voce.

Tra le altre richieste della comunità scolastica vi sono quelle di una scuola sicura e vivibile, di un sistema di trasporti funzionante con investimenti mirati che possano sopperire alle mancanze degli ultimi anni, di un sistema di tracciamento efficace e di un potenziamento delle connessioni internet degli istituti: “Poco o niente è stato fatto per garantirci i nostri diritti, per garantirci un rientro in presenza sicuro“. Di qui la volontà di scioperare per “privarci un giorno della scuola per non esserne privati mai più“.