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Report, mascherine: società sospette e prezzi 10 volte più alti del normale

Report mascherine

Società sospette e costi elevatissimi rispetto agli altri stati: Report svela cosa c'è dietro l'acquisto delle mascherine.

Nella puntata di Report andata in onda lunedì 11 gennaio 2021 la squadra di Sigfrido Ranucci ha rivelato cosa si è nascosto dietro l’approvvigionamento di mascherine e messo in luce come quelle importate dalla Cina abbiano gravato sul contribuente fino a dieci volte di più di quanto lo stesso dispositivo costi in altri paesi europei.

Report sulle mascherine

Le mascherine acquistate in piena emergenza sono state comprate tramite una mediazione dell’imprenditore e giornalista Benotti e di Tommasi, un amico di quest’ultimo che ha un’azienda nel settore del marketing per la difesa. Costui ha messo in contatto le società cinesi da cui l’Italia ha acquistato i dispositivi. Con la differenza che rispetto agli altri stati li abbiamo pagati molto di più.

Ma c’è di più. Una di esse sarebbe stata costituita cinque giorni prima della firma del contratto. Le utenze telefoniche analizzate porterebbero al cognato di Yu Wi, un uomo che ha un negozio a Roma e che da poco è rimasto coinvolto in un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. Anche tra gli investimenti dati alle aziende italiane qualcosa è andato storto. La Procura di Savona sequestrò quelle prodotte da FCA per la presenza di materiali tossici salvo poi scoprire che una parte della commessa della società era stata fatta anche in Cina.

Altro passaggio non chiaro nella gestione dell’emergenza riguardano i finanziamenti a fondo perduto per le aziende italiane che si fossero riconvertite nella produzione di mascherine. Il commissario Arcuri assegnò 50 milioni a 130 stabilimenti, se non fosse che la clausola prevista dal decreto Cura Italia prevedeva che la riconversione dovesse avvenire entro 15 giorni dall’ottenimento del finanziamento. Una richiesta difficile da portare a termine a causa della chiusura dei confini e delle conseguenti criticità nell’approvvigionamento delle materie prime. Col risultato che molte di quelle aziende dovranno ora restituire i denari ricevuti.