> > Covid, i timori di Galli: "Si fanno meno tamponi, siamo tornati a marzo"

Covid, i timori di Galli: "Si fanno meno tamponi, siamo tornati a marzo"

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Il professor Galli non ha nascosto i propri timori relativi all'attuale situazione epidemica, denunciando uno scenario simile a quello di marzo.

In un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, il professor Massimo Galli ha raccontato i propri timori relativi all’attuale situazione epidemica italiana, denunciando uno scenario simile a quello registrato all’inizio della pandemia lo scorso marzo. Secondo Galli infatti, la seconda ondata di Covid non è in realtà mai terminata e tra qualche giorno vedremo i risultati effettivi degli spostamenti avvenuti durante le festività natalizie.

Covid, le parole di Galli sull’andamento dei contagi

Per quanto riguarda l’attuale andamenti dei tamponi effettuati sul territorio nazionale, il primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano ha dichiarato: “Si fanno meno test in generale, perché prima veniva richiesto a molte persone, compresi i viaggiatori, mentre nel periodo natalizio c’è stata come una pausa e ultimamente ottiene il tampone solo chi ha forti motivazioni invece che una storia di contatti pericolosi”.

Sciorinando alcuni dati esemplificativi della questione, Galli successivamente aggiunge: “Dal 21 febbraio al 4 maggio in Italia sono stati diagnosticati 211.938 positivi e 29.079 morti con una letalità del 13,7 per cento. I contagiati erano molto sottodimensionati, anche cinque volte, perché si faceva il tampone solo a chi arrivava in ospedale. Dall’1 settembre al 9 gennaio sono stati diagnosticati 1 milione 988.652 positivi e 42.911 morti con una letalità del 2,1 per cento. Si nota subito come il denominatore più vasto cambi tutto. La media dei due periodi è del 3,4 per cento, mentre la Germania è al 2,1″.

Seconda ondata mai finita

Lapidario anche il giudizio del professore sulla seconda ondata: “Nata quest’estate non facendo tamponi e sottostimando il problema, non è mai finita, perché le misure non l’hanno annientata. Ora c’è un aumento dei parametri che ci preoccupano di più, come i ricoveri, e una discreta stanchezza sia nella ricerca del contagio sia nell’applicazione delle regole. Nei prossimi dieci giorni capiremo quanto pagheremo le festività e poi speriamo non arrivi anche una terza ondata”.

Infine sulle future restrizioni, Galli non cambia la sua opinione riguardo all’attuazione di una linea dura: “Se ci fossero le dosi necessarie le zone rosse aiuterebbero a limitare la diffusione e a favorire la vaccinazione, dunque si costruirebbe una doppia barriera anti virus.