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Hostaria San Carlo, protesta contro Dpcm: "Non ce la facciamo più"

Hostaria San Carlo

Il proprietario della Hostaria San Carlo di Crema ha deciso di aprire in segno di protesta contro il Dpcm.

I ristoratori stanno iniziando a ribellarsi contro le regole imposte dal Governo, che li sta portando al limite della sopportazione e della resistenza. Il proprietario di Hostaria San Carlo ha deciso di aprire come segno di protesta contro il Dpcm, sulle orme dell’iniziativa #Ioapro, che partirà il 15 gennaio.

Protesta contro Dpcm

Dal 15 gennaio ‘Hostaria San Carlo’ non emetterà scontrini, le consumazioni saranno gratuite. Accettiamo offerte libere” ha scritto Sergio Brambini, titolare dello storico locale di Moscazzano “Hostaria San Carlo“. Il ristorante è di proprietà della famiglia Brambini dal 1961, quando lo hanno rilevato Gino e Mariella, genitori di Sergio, che gestisce l’attività dal 1981. “Non riusciamo a coprire le spese” ha denunciato Brambini, che nel 2020 ha registrato un calo di fatturato del 60%. I sei mesi di chiusura del lockdown primaverile e di quello attuale hanno inciso moltissimo sulla sua attività. “Sono saltati i periodo più produttivi, cioè quelli delle cerimonie e quello delle cene aziendali” ha spiegato il proprietario del locale.

La protesta vuole puntare l’attenzione sulla grave situazione che stanno vivendo tutti i ristoratori. “Un grosso rischio ma qualcuno deve iniziare. Più saremo, meglio sarà” ha spiegato Brambini. Altri colleghi del territorio si sono dimostrati favorevoli all’idea di aprire i locali e andare contro i divieti del Governo. Non c’è ancora un’adesione unanime, ma qualcosa inizia sicuramente a muoversi. “I nostri sacrifici vanno a favore di tutti, ma economicamente li stiamo pagando solo noi” ha spiegato. L’adesione di Brambini è alla proposta di M.I.O, associazione di imprese che operano nel settore Ho.Re.Ca., Ospitalità e Turismo, che ha lo scopo di sostenere le imprese italiane su cui sta gravando il peso della situazione. Brambini ha tre dipendenti, oltre alcuni a chiamata. Ha avuto accesso ai ristori che, però, non sono bastati a coprire né i profitti mancati né le spese accessorie, come lui stesso ha spiegato. “La nostra proposta è che o chiudono tutti, come è stato marzo, o tutti riaprono. Ma se si riapre, lo si fa completamente, non a spot” ha concluso.