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Covid, Gimbe: "Contagi in risalita, serve subito lockdown totale"

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Dinanzi a tutte le curve in risalita, la soluzione è “un’immediata e rigorosa stretta”, spiega la Fondazione Gimbe

La Fondazione Gimbe, preoccupata dopo aver assistito alla risalita di tutte le curve che monitorano il Covid, ha chiesto al Governo di istituire subito un lockdown totale. “I dati – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – confermano la lenta risalita dei nuovi casi settimanali”. Inoltre, sul versante ospedaliero, il costante aumento di ricoveri e terapie intensive, dove l’occupazione da parte di pazienti Covid supera in 10 Regioni la soglia del 40% in area medica e quella del 30% delle terapie intensiva. A quasi un anno dallo scoppio della pandemia nel nostro Paese non possiamo più permetterci di inseguire affannosamente il virus”.

Covid, Gimbe: “Serve lockdown totale”

Sulla questione è intervenuta anche Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione. “Ritengo indispensabile attuare rapidamente la strategia soppressiva – dice -, al fine di ridurre in modo rilevante i casi attualmente positivi e appiattire la curva epidemica”.

“Considerati i modesti risultati ottenuti dal sistema delle Regioni “a colori” e le incognite legate all’efficacia del vaccino soprattutto in termini di riduzione dei quadri severi di malattia e di trasmissione del virus – continua Cartabellotta – questa rappresenta l’unica strada per mantenere il controllo dell’epidemia sino a fine anno senza affidarci esclusivamente al vaccino. Infatti, continuando con le strategie di mitigazione, sarà realisticamente impossibile riprendere un tracciamento efficace e l’unico auspicio non potrà che essere quello di raggiungere presto adeguate coperture vaccinali. Questo però significa accettare il rischio di una circolazione virale intermedia con gravi ripercussioni sulla salute e sull’economia ancora fino al prossimo autunno”.

Senza un lockdown immediato e rigoroso, dice i infine, “ci attende un anno di difficile convivenza con il virus, con ospedali ciclicamente al limite del collasso, continui tira e molla sull’apertura di scuole e attività produttive e un aumento inesorabile dei decessi”.