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Covid, zona rossa: cosa resta aperto e cosa chiude

Lockdown

La zona rossa varrà per almeno due settimane. Intanto la Regione Lombardia ha annunciato ricorso.

Con l’entrata del nuovo dpcm da domenica 17 gennaio è ripartita ufficialmente la zona rossa. Il provvedimento prevede l’ingresso di Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano e Sicilia. Una scelta che sicuramente ha riscosso più di qualche polemica. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha infatti annunciato di voler fare ricorso contro il provvedimento adottato nei confronti della sua regione.

Cosa resta aperto nella zona rossa

Apertura confermata per negozi che vendono generi alimentari (supermercati, ipermercati, minimarket, discount e prodotti surgelati), così come farmacie, parafarmacie e i negozi che vendono prodotti ortopedici. Nessun problema anche per negozi che vendono prodotti alimenti per animali, fioristi, erboristerie, profumerie, cosmetica, ottici e fotografi.

Aperti anche tabacchini, rivenditori sigarette elettroniche, cartolerie, articoli per ufficio, edicole e librerie. Nessun problema anche per attività non specializzate che vendono elettrodomestici, attrezzature per telecomunicazioni, prodotti tecnologici audio-video e periferiche. Saracinesche alzate per agenzie di pompe funebri, tintorie, lavanderie, parrucchieri, ferramenta e vendita di materiale da costruzione. Normale apertura, se così si può dire, anche per chi vende attrezzature per giardinaggio, agricoltura e articoli sportivi di vario genere. Regolarmente aperti i negozi di biancheria, giocattoli, abbigliamento per neonati e bambini.

Cosa chiude

Con il dpcm del 17 gennaio cambiano un po’ di cose in alcune zone d’Italia. Chiusura per negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie. Chiusi al pubblico bar e ristoranti, ma sarà comunque consentito l’asporto: per i bar entro le 18, per ristoranti e pizzerie entro le 22. Confermata la consegna a domicilio fino alle 22. Sospesi momentaneamente i mercati all’aperto, tranne quelli che vendono generi alimentari, prodotti agricoli e fiori. Chiusura di almeno due settimane anche per i centri estetici. Non si escludono in ogni caso possibili cambiamenti visto che la Lombardia ha dichiarato di non accettare questo provvedimento imposto dal Governo.