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Sanremo 2021, l'Afi chiede un protocollo di sicurezza

Sanremo 2021 Afi protocollo di sicurezza

L'Afi chiede un protocollo di sicurezza al ministro Speranza e invita a valutare l'ipotesi di rinviare la manifestazione canora.

Fervono i preparativi per Sanremo 2021, un festival che per forza di cose sarà diverso rispetto al consueto. La mole di persone che lavorano all’evento più importante dell’anno per la musica italiana impone la massima dedizione per evitare che possano esserci delle forti problematiche legate alle pandemia. Servono linee guida e regole ben precise per garantire la sicurezza dei lavoratori, ma anche del pubblico che probabilmente sarà in presenza al Teatro Ariston. L’Afi, Associazione Fonografici Italiani, si appellata in tal senso al ministro della Salute, Roberto Speranza, affinché venga redatto un protocollo di sicurezza.

Sanremo 2021, l’Afi sul protocollo di sicurezza

“Chiediamo al ministro Speranza e al Comitato Tecnico Scientifico – si legge nella nota firmata dal presidente dell’Afi Sergio Cerruti – di intervenire quanto prima per definire le linee guida necessarie a garantire la sicurezza sanitaria del Festival di Sanremo”. “La scelta – continua – di confermare la kermesse per il prossimo mese di marzo, senza un chiaro protocollo, è eticamente sbagliata. Non si può rischiare con la salute delle persone“.

L’Afi si spinge anche oltre evidenziando come organizzare un evento come Sanremo nel pieno di una pandemia rappresenti un grandi errore e invita per questo a valutare l’ipotesi del rinvio ai mesi estivi o a settembre. Al momento le date certe sono dal 2 al 6 marzo. “Che cosa succederebbe se un cantante si dovesse ammalare? Chi ne risponde? – si domanda il presidente Afi – La Rai è un servizio pubblico e non può avere autonomia di scelta su una manifestazione come il Festival, durante una pandemia che, a marzo, non sarà finita, anzi già si teme la terza ondata“.

Vi è poi un problema di natura legislativa per l’Afi. Stante all’attuale dpcm, i teatri in Italia sono chiusi, Ariston compreso. “Se è vero che il CTS può intervenire esclusivamente previa richiesta del Ministro – concludono – chiediamo a quest’ultimo di pronunciarsi quanto prima per definire delle regole certe“.