> > Roma, richieste di pensionamento dei medici balzate in avanti del 20%

Roma, richieste di pensionamento dei medici balzate in avanti del 20%

Roma medici pensione

"Arrivate domande di pensionamento da parte delle classi ‘52, ‘53, ‘54. Una cosa mai vista": Bartoletti, della Fimmg di Roma e Lazio, spiega perché.

In Puglia è stato necessario richiamare i medici in pensione per affrontare le settimane più intense della seconda ondata di coronavirus. In tutta Italia, da Nord a Sud, sono molti i medici e gli infermieri che si sono distinti per il loro coraggio, la dedizione, la profonda passione verso il mestiere di tutta una vita e per l’amore verso il prossimo. Tanti volontari hanno deciso di tornare in corsia, rinunciando alla meritata pensione. Invece, a Roma per i medici è corsa alla pensione. Le richieste di pensionamento dei dottori capitolini supera le previsioni dei mesi scorsi. La Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale, aveva immaginato un esodo pari a 500/600 camici bianchi sui 4300 totali. La Federazione supponeva che, a causa dell’attuale emergenza sanitaria, sarebbero stati molti i medici decisi a chiudere il proprio studio e andare in pensione. Eppure, le stime sono state superate del 20%.

Roma, per i medici è corsa alla pensione

È fuga dagli studi medici della Capitale. Pier Luigi Bartoletti, a capo della Fimmg di Roma e Lazio, ha fatto sapere che le stime calcolate nei mesi scorsi sono state disattese e le richieste di pensionamento sono maggiori di quelle che ci si aspettava. “Le richieste sono balzate in avanti di un ulteriore 20%. Ci aspettavamo domande di pensionamento da parte delle classi 1949 e 1950, ma sono fioccate anche quelle del ‘52, ‘53, ‘54. Una cosa mai vista, ha dichiarato. Infatti, come riporta Il Messaggero, Bartoletti ha precisato: “Di solito la categoria, pur essendo in età pensionabile, tende a rimanere attiva finché può, dal momento che questo lavoro nasce soprattutto per passione ed è come una missione”.

Ai tempi del Covid-19, la situazione si fa complicata. La malattia fa paura e tende a colpire i più anziani: i medici, purtroppo, non sono esenti dal contagio. Inoltre, sui dottori è stata addossata una mole di lavoro senza precedenti, a partire dalle vaccinazioni. Il sistema burocratico da rispettare è, ancora una volta, particolarmente complesso e intricato.

Bartoletti ha aggiunto: “A breve uscirà il bando della Regione per i nuovi medici, ma si parla di un centinaio. Non è una questione di numeri, di somma tra entrate e uscite, dalla quale comunque usciamo in grande inferiorità numerica, piuttosto di organizzazione. Pensiamo ai vaccini anti-Covid: la loro copertura è a otto mesi, vanno quindi fatti e poi ripetuti con l’obiettivo di immunizzare tutta la popolazione o quasi. Sarà una pratica ordinaria in tempi di emergenza, come quella dei tamponi, e senza il coinvolgimento dei medici di famiglia non sarà possibile farlo”. Poi il suo invito: “Più che aumentare i medici bisogna rivedere l’intera organizzazione che è ferma al 1978 e invece dovrebbe essere aggiornata al 2021″.

I medici lamentano di essere lasciati in studio da soli a gestire l’emergenza e la burocrazia. Soprattutto in una situazione così delicata, si palesa l’esigenza di studi con una minima assistenza infermieristica. Una clinica che disponga di strumenti minimi di analisi, per evitare che i pazienti girino continuamente tra una struttura e l’altra. Per la Fimmg si ha a che fare con un “sistema barocco” dell’organizzazione. “Occorre uscire dalla logica dell’indennità occasionale oltre alla quota di 44 lorde annue pro assistito, ma sedersi a un tavolo e cominciare a lavorare per mettere a punto lo studio medico del futuro. Anzi del presente, perché la pandemia non aspetta”, sottolinea Bartoletti.