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Scambio di persona a Brescia: ai domiciliari al posto in un omonimo

Guardia di finanza

Finisce agli arresti domiciliari al posto di un omonimo: parla l'imprenditore bresciano Alessandro Faustini.

“Sapevo di non aver nulla a che fare con questa vicenda. Alla fine la verità era tra le carte”. Queste le parole dell’imprenditore Alessandro Faustini, finito ai domiciliari al posto di un suo omonimo, a Brescia.

Brescia: ai domiciliari al posto di un omonimo

Alessandro Faustini era finito tra gli arrestati dalla Guardia di Finanza per un’inchiesta della Procura di Brescia su evasione fiscale, riciclaggio e indebite compensazioni. Il 69enne bresciano, noto imprenditore nel settore delle cave, è stato accusato di riciclaggio per un presunto conto all’estero sul quale sarebbe transitato molto denaro.

Qui lo scambio di persona: non si trattava di lui, ma di un suo omonimo. Era un Faustini con lo stesso nome, lo stesso cognome, e la stessa data di nascita, ma di 34 anni prima. Infatti, il conto estero era intestato ad un altro Alessandro Faustini, muratore di 35 anni. Ovviamente, il giudice ha subito annullato il provvedimento e il malcapitato Faustini è tornato in libertà.

Le parole del Faustini “sbagliato”

“Sapevo di non aver nulla a che fare con questa vicenda. Per fortuna, sono stati solo cinque giorni, ma per due notti non ho dormito. Sapevo di non aver nulla a che fare con questa vicenda come peraltro ha ribadito qualche altro indagato sentito prima di me. Ero sicuro che saremmo riusciti a dimostrarlo. Ma non è stato comunque piacevole. Per fortuna non sono stato trattato come un delinquente, anzi con estrema gentilezza da chi si è presentato a casa mia per notificarmi l’ordinanza di custodia cautelare. Non conoscono nessuna delle persone con le quali ero indagato. Alla fine la verità era tra le carte“, ha spiegato il Faustini “sbagliato” al Giornale di Brescia.