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Errore nei dati in Lombardia: migliaia di guariti contati come positivi

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La Lombardia sarebbe entrata in zona rossa per un errore nella compilazione dei dati: migliaia di guariti sarebbero stati contati come positivi.

Alla base del meccanismo che ha portato la Lombardia ad entrare in zona rossa e il governatore a presentare ricorso al Tar c’è un errore nell’elaborazione dei dati relativi ai casi di coronavirus: migliaia di soggetti già guariti sono infatti stati contati come positivi, cosa che ha fatto salire l’indice che calcola la diffusione dell’infezione a 1,4 nonostante gli altri parametri (ricoveri e contagi) fossero stabili.

Errore nei dati in Lombardia

A spiegarlo sono stati l’epidemiologo Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler di Trento (che fa i conti per il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità) e l’epidemiologo Danilo Cereda dell’assessorato alla Sanità della Lombardia (autore dei report di Regione Lombardia sui contagi) al Corriere della Sera. I due hanno fatto emergere che sui bollettini compariva un numero di infetti superiore rispetto a quelli realmente presenti.

Si tratta soprattutto di coloro che possono interrompere l’isolamento tra i 10 e i 21 giorni dalla comparsa dei sintomi senza il doppio tampone negativo. Individui che nei report giornalieri della Regione venivano indicati come persone con “inizio sintomi” ma senza la descrizione dello stato clinico (asintomatico, paucisintomatico, sintomi). Una mancanza di indicazioni che comporta che, una volta guariti, i casi rimangano nell’elenco dei positivi.

Il Pirellone sostiene che quel campo non è obbligatorio e che “nessuno mai prima ci ha detto che altrimenti i guariti non sarebbero stati conteggiati“. Nel presentare il ricorso al Tar contro l’istituzione della zona rossa, la Lombardia ha rettificato i dati relativi alla settimana compresa tra 4 e 10 gennaio 2021 compilando il campo della “data di inizio sintomi che prima era vuoto. Un cambiamento che riduce in modo significativo il numero di contagi incluso nel calcolo dell’Rt. Considerando ad esempio il periodo 15-30 dicembre, fa infatti passare la Regione da 14.180 casi dichiarati a soli 4.918. Di qui la conclusione: “I dati forniti dalla Lombardia cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione. Alla luce della rettifica si rende necessaria una rivalutazione“.