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Medico arrestato a Montichiari, parla la moglie di uno dei pazienti morti

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Parla la moglie di uno dei pazienti di Carlo Mosca, medico di Montichiari accusato di aver ucciso due persone ricoverate per liberare i posti letto.

“Quando me lo hanno detto è come se il mio Angelo fosse morto un’altra volta”, sono queste le parole della moglie di Angelo Paletti, uno dei due pazienti del dottor Carlo Mosca, primario del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari accusato di aver somministrato volontariamente dei farmaci letali a due uomini ricoverati al fine di liberare posti letto all’interno del reparto. Secondo l’accusa il primario sarebbe colpevole di omicidio volontario e falso in atto pubblico, ma Mosca continua a negare i reati a lui imputati.

Medico arrestato a Montichiari, parla la moglie di un paziente

Intervistata dal quotidiano La Stampa, la signora Emilia Paletti ha raccontato le ultime drammatiche ore di vita del marito, fino a quando non le è stato comunicato il decesso: “Angelo faceva fatica a respirare. Lo chiamavo e nemmeno mi rispondeva. Ero spaventata. Non sapevo che fosse Covid, Ho chiamato l’ambulanza. Lo hanno portato all’ospedale di Montichiari. Non l’ho più mai visto né sentito. Due ore dopo mi hanno telefonato dall’ospedale dicendo che era morto”. Tutto ciò accadeva a marzo, nel pieno della prima ondata della pandemia, che nel solo comune di Isorella – dove i due coniugi vivevano – ha causato 31 morti.

Ad aprile del 2020 arriva però una denuncia nei confronti del primario da parte di un infermiere della struttura ed è nel maggio seguente che la Procura di Brescia autorizza la riesumazione dei corpi dei due pazienti del dottor Mosca per poter effettuare l’autopsia. Esaminando il corpo di Paletti, gli anatomopatologi hanno trovato tracce ingenti di Propofol, un farmaco usato nel caso in cui un paziente debba essere intubato.

La rabbia della donna

Nell’intervista, l’anziana donna è comprensibilmente ancora scossa per la perdita del marito e non risparmia i sentimenti di rabbia nei confronti del primario: Glielo darei io il veleno a quel medico matto. Anzi, poteva prenderlo lui se stava così male, se non sopportava più quello che vedeva ogni giorno in ospedale. […] Non ammazzare altre persone”.

La signora Emilia lamenta inoltre di non aver mai ricevuto un contatto dalle autorità sanitarie dell’ospedale dopo la morte del marito, nemmeno una volta avviate le indagini: “Dopo che mi hanno telefonato per dirmi che Angelo era morto, quelli dell’ospedale di Montichiari non si sono fatti più sentire. Né quando lo hanno tirati su dalla tomba né adesso che si è scoperta questa cosa, nemmeno una telefonata mi hanno fatto”.