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Coronavirus Roma, i positivi a Rebibbia sono 110

Rebibbia

Roma, sono 110 i detenuti presso il carcere di Rebibbia positivi al coronavirus, il garante Anastasìa: "Serve il vaccino subito".

Aumenta la gravita del focolaio da coronavirus presso il carcere di Rebibbia a Roma. Al momento risulterebbero esserci almeno 110 detenuti positivi. Preoccupato il garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa. Questi ha dichiarato: “Sono 110 i detenuti positivi questa mattina nella Casa circondariale di Rebibbia Nuovo complesso. Il fatto che la grande parte di essi siano asintomatici e non abbia bisogno di assistenza sanitaria, se non del monitoraggio costante delle loro condizioni di salute, non toglie nulla alla gravità della situazione, che comporta rischi per la salute dei detenuti, del personale penitenziario e di quello sanitario operante nell’Istituto”.

Coronavirus Roma, la situazione a Rebibbia

Il cluster di detenuti positivi al carcere di Rebibbia ha raggiunto il numero di 110. La situazione è preoccupante. Secondo quanto reso noto dall’assessorato regionale alla Sanità, lo scorso 25 gennaio i positivi nei 14 istituti di pena del Lazio risultavano essere 51 in toto. Salvatore Anastasìa ha dichiarato: “Lo ripetiamo quotidianamente, le carceri sono luoghi a rischio per la diffusione della pandemia” e poi ancora: “Le loro condizioni igieniche e di sovraffollamento, unite alle condizioni di salute dei detenuti, ne fanno ambienti in cui il virus ha grande facilità di diffusione, nonostante gli sforzi profusi dal personale sanitario e penitenziario e dalla sempre maggiore consapevolezza dei detenuti sulle misure di prevenzione individuali da adottare”.

Le preoccupazioni di Anastasìa

Salvatore Anastasìa, preoccupato per il focolaio di Rebibbia, ha precisato come tale situazione “non può proseguire ancora per mesi, in attesa che arrivi il vaccino o che si prendano il Covid tutti i detenuti. Servono iniziative e disposizioni immediate, a partire dalla scarcerazione di tutti coloro che possano beneficiare di alternative al carcere e dei detenuti in attesa di giudizio per reati non violenti, in modo che si possa gestire nel migliore dei modi l’isolamento, il monitoraggio e l’assistenza di chi contrae il virus in carcere. Serve il vaccino subito, come è stato fatto nelle cinque Residenze per le misure di sicurezza (Rems) del Lazio”.