> > Galli: "Zona gialla no liberi tutti, situazione di assoluta precarietà"

Galli: "Zona gialla no liberi tutti, situazione di assoluta precarietà"

Galli zona gialla

L'infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano avverte: "La zona gialla non è liberi tutti. Serve essere ancora molto cauti".

Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, non nasconde la sua preoccupazione per l’ingresso in zona gialla della Lombardia, che da lunedì 1 febbraio, insieme al Lazio, allenterà le misure anti-Covid. Aumenta la stanchezza tra i cittadini, che dopo un lungo periodo particolarmente stressante ed estenuante, vorrebbero ritornare alla normalità, tra passeggiate, pranzi fuori casa e un po’ più di svago. Ma a mettere in guardia sui rischi di un comportamento troppo libero e disattento è proprio l’infettivologo Galli, che avverte: “Situazione di assoluta precarietà, serve essere ancora molto cauti”. Quindi ha precisato: “Virus morde, zona gialla non è liberi tutti”.

Galli, attenzione alla zona gialla

La zona gialla “non deve farci dimenticare che siamo in una situazione di assoluta precarietà per quanto riguarda la pandemia, siamo sospesi”. Così ha dichiarato Massimo Galli all’Adnkronos Salurte. “Il cambio di colore non può e non deve essere “tana libera tutti”. Stiamo andando meglio, ma non tanto meglio da accantonare la prudenza: serve essere molto cauti”, ha precisato.

Galli non nasconde che “siamo in equilibro precario. Il problema non è risolto. Ha sottolineato l’esigenza di non ripetere comportamenti messi in atto prima di Natale, in particolare “in un contesto internazionale assolutamente preoccupante e nell’emergere di una serie di nuove varianti la cui affermazione potrebbe causare scenari difficili da controllare. Il trend di sicuro contenimento, di mitigazione garantita, di una situazione che ci faccia dire “possiamo riprendere a fare tutto”, non ce l’abbiamo ancora”.

Il bisogno di una ripartenza lo sentiamo forte tutti. Non si creda che una persona arci-cauta come il sottoscritto non senta il bisogno di maggiore libertà. È evidente, tutti vorremmo una più ampia possibilità di movimento che consenta, in particolare, a molte attività economiche di cominciare a soffrire di meno. Purtroppo, però, siamo ancora tra ‘color che son sospesi’. L’epidemia ancora morde”, ha precisato. Quindi ha spiegato: “Da una parte vediamo dati che ci inducono a pensare che le cose stanno andando meglio ma, all’altro lato, non abbiamo garanzie assolute che andranno effettivamente nella giusta direzione. Bisogna essere realisti. Per una vera ripresa dobbiamo liberarci della pandemia. E purtroppo abbiamo ancora un po’ di strada da fare”.