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Caos vaccini, l'ira dei medici: "400mila dosi ai furbetti"

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Non si placa l'ira dei medici italiani sul caso dei "furbetti" che saltano le code per ricevere i vaccini prima del personale sanitario.

“Non solo mancano dosi, ma molte vanno ai furbetti”: il caos sui vaccini ha scatenato l’ira dei medici italiani che pretendono di avere la priorità sulle chiamate prima di altre persone non facenti parte del sistema sanitario o medico. A Roma su 13mila richieste, solo 700 hanno avuto l’appuntamento.

Vaccini, l’ira dei medici contro i “furbetti”

La somministrazione dei vaccini a persone non appartenenti al sistema sanitario definite “furbetti” ha scatenato l’ira dei medici italiani. “Un conto è la mancanza di dosi. Un altro è che le poche disponibili siano servite per il personale amministrativo, che non va in reparto“. Così sbotta Antonio Magi, presidente dell’ordine dei medici di Roma.

Magi fa parte di quel gruppo di camici bianchi attoniti e delusi dalla gestione dei vaccini. Secondo alcuni dati, pare che 400mila figure non sanitarie sarebbero state vaccinate prima del dovuto, in tutte le regioni d’Italia.

Mentre migliaia di medici sono in lista per ricevere l’iniezione, figure magari molto vicine al personale amministrativo riescono a saltare le code. Un’iniquità che fa arrabbiare il presidente delle federazioni di categoria Filippo Anelli: “Inaccettabile. La percentuale delle dosi andate a non sanitari è troppo alta per non pensare che siano finite dove non avrebbero dovuto“.

Liste d’attese infinite

A Roma su 143mila prenotazioni, solo 700 medici avrebbero ricevuto la conferma per l’appuntamento. Due dottoresse lombarde ormai in pensione così descrivono la situazione: “Dal 4 gennaio siamo in lista. Nessuno ci ha chiamate. E poi leggiamo con stupore che secondo una ricerca della fondazione Gimbe, in Lombardia ben il 51% delle dosi anti Sars-Cov-2 sono andate a personale amministrativo ospedaliero.Per quanto ancora dobbiamo non sentirci protette?“.

Ricordiamo che anche in dentisti hanno diritto al vaccino, ma pure per loro la situazione è tragica. “Poche centinaia di noi su 60mila sono stati immunizzati. Hanno fatto proclami sapendo che ci sarebbero state difficoltà nel rispettare gli impegni. Si è creata una forte aspettativa e adesso noi ci ritroviamo ancora ad altissimo rischio“. Questo il commento a caldo di Carlo Ghirlanda, presidente Andi.

Situazione che invece soddisfa i medici di famiglia. Secondo Silvestro Scotti, segretario Fimmg, il 93% degli associati entro febbraio riceverà la prima dose.