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Varese, variante sudafricana: uomo in terapia intensiva

Covid

Un uomo è stato ricoverato dopo un viaggio di lavoro in Malawi. Si tratta di un caso di variante sudafricana del Covid.

Un uomo di 60 anni, che era appena stato in Malawi per lavoro, è stato ricoverato all’ospedale di Circolo di Varese in terapia intensiva ed è risultato positivo alla variante sudafricana del Coronavirus. Il 60enne si era già messo in isolamento volontario quando è tornato in Italia.

Variante sudafricana a Varese

I sintomi sono rapidamente peggiorati, così l’uomo ha chiamato un’ambulanza che lo ha trasportato al pronto soccorso. Il tampone è risultato positivo e il sequenziamento ha rivelato che si trattava della variante sudafricana. “A differenza del paziente con la variante brasiliana che abbiamo avuto in cura qualche giorno fa, in questo caso il ricovero non è dovuto solo a esigenze di sanità pubblica, ma anche a motivazioni cliniche” ha spiegato il professore Paolo Grossi, direttore del reparto Malattie infettive e tropicali dell’ospedale di Varese, a Fanpage.it. “I dati di cui disponiamo dicono che nessuna delle tre varianti più diffuse si caratterizza per una maggiore severità dei sintomi. Le condizioni cliniche, come sempre con queste malattie, dipendono dall’interazione tre l’agente infettante e la persona contagiata” ha aggiunto il professore.

La grande capacità di diffusione di queste nuove varianti di Coronavirus sta preoccupando moltissimo. “Ci impone di intensificare le misure di sicurezza e l’isolamento anche all’interno dei nostri reparti. È fondamentale contenere i focolai come, per fortuna, per ora stiamo facendo in Italia“. L’ospedale di Varese, per via della vicinanza con l’aeroporto di Malpensa, si è trovato a gestire molti casi di nuove varianti. Lo scorso 25 gennaio Ats Insubria aveva comunicato che un soggetto era risultato positivo alla variante brasiliana e che i suoi familiari erano stati sottoposti ad accertamenti e messi sotto sorveglianza. “Il campione sarà inviato per la conferma prevista all’Istituto Superiore di Sanità” ha spiegato l’Ats in riferimento al caso di variante sudafricana.