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Ristoranti aperti, il Cts nega ogni ipotesi di allentamento delle restrizioni

Ristoranti

Il Cts ha negato la possibilità di una riapertura per i ristoranti, nonostante alcune precedenti indiscrezioni facessero presagire il contrario.

Svanisce l’ipotesi di avere i ristoranti aperti a pranzo in zona arancione e anche a cena in zona gialla. Nel pomeriggio del 5 febbraio, dopo la pubblicazione dei dati del monitoraggio settimanale, il Comitato tecnico scientifico ha infatti negato ogni possibile allentamento delle restrizioni per le attività di ristorazione negli orari che attualmente ne prevedono la chiusura.

Ristoranti aperti, no del Cts

Nel confermare le chiusure già in vigore per le attività di ristorazione, il Cts ha dichiarato: Non c’è alcun via libera del Comitato tecnico scientifico alla riapertura dei ristoranti nelle zone e negli orari che attualmente ne prevedono la chiusura”.

Il Cts ha poi aggiunto che nella riunione dello scorso 26 gennaio:Sono indicate alcune considerazioni sul rafforzamento delle misure restrittive, adeguandole alle caratteristiche strutturali dei locali e alla tipologia del servizio”.

Le precedenti linee guida

La richiesta era arrivata dal ministero dello sviluppo economico, dopo diversi incontri con la Fipe di Confcommercio e la Fiapet di Confesercenti. Due giorni fa è arrivato il parere degli scienziati, che hanno stabilito nuove regole e nuovi protocolli da seguire. La decisione, ora, avrebbe dovuto essere presa anche dal Governo.

Il nuovo Dpcm scade il 5 marzo, ma già a partire dal 15 febbraio finisce il divieto di spostamento tra le regioni e si riaprono gli impianti da sci. Per quanto riguarda i ristoanti gli scienziati hanno voluto chiarire che “deve rimanere alta l’attenzione per il rischio di Covid 19” ma vanno prese delle decisioni in merito alle “tipologie dei pubblici esercizi destinati alla somministrazione di cibi e/o bevande, distinguendo anche fra quelle con disponibilità o meno di tavoli per il consumo“.

Secondo il Cts, nei ristoranti devono rimanere le mascherine obbligatorie e il distanziamento di 1 metro tra i tavoli e nei luoghi di passaggio. Bisogna anche mantenere un numero massimo di persone ai tavoli, che sarà di quattro se non si tratta di conviventi, e il cartello da esporre all’esterno con il numero massimo di capienza totale.

Il commento di Fipe-Confcommercio

Per quanto riguarda i bar, il servizio al banco deve rimanere la distanza di un metro tra le persone e provvedimenti per evitare gli assembramenti in fila alla casa o in attesa di essere serviti. Rimangono vietati i buffet, le carte da gioco e i giornali. “È un risultato significativo che arriva grazie ad un confronto non certo urlato, ma molto intenso e propositivo. Dopo un anno nel quale le nostre attività sono state costrette a rimanere chiuse o a lavorare in condizioni proibitive, ai tavoli istituzionali ci siamo evidentemente fatti portavoce del grande disagio del settore, ma abbiamo anche cercato delle soluzioni realistiche e tempestive, dimostrando che era possibile tornare a lavorare in sicurezza”.

“Desidero ringraziare il Ministro Patuanelli, la Sottosegretaria Morani e il CTS per l’attenzione dimostrataci e per la volontà di arrivare ad un risultato. Ci auguriamo che il Governo che si sta costituendo in questi giorni provveda nel più breve tempo possibile all’emanazione di un nuovo Dpcm per consentire di aprire a cena fino alle 22 in fascia gialla e durante le ore diurne in fascia arancione a chi ha spazi con tavoli. Sarà un banco di prova importante per dimostrare da parte del nostro settore maturità e rispetto delle regole e chiediamo alle forze dell’ordine e alle amministrazioni comunali di darci una mano con i controlli in questa direzione” ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi.