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Gimbe: "Contagi stabili ma preoccupano le varianti del virus"

Gimbe Covid

I contagi sono stabili ma le varianti stanno facendo invertire la curva in alcune regioni: è quanto rilevato dalla Fondazione Gimbe.

Il monitoraggio della Fondazione Gimbe realizzato tenendo conto della situazione epidemiologica tra il 3 e il 9 febbraio 2021 ha registrato una sostanziale stabilità dei contagi ma anche una preoccupazione per la diffusione delle varianti che ha fatto invertire la tendenza della curva epidemiologica in metà delle regioni italiane. L’incremento dei nuovi casi supera il 5% in 17 province.

Gimbe su contagi e varianti

Il report sottolinea che l’estensione della zona gialla a quasi tutta Italia non è adeguata a prevenire impennate da varianti e saturazioni degli ospedali. Rispetto alla settimana precedente, nel periodo preso in esame si è registrato un numero stabile dei nuovi casi (84.711 da 84.652), una diminuzione degli attualmente positivi (413.967 da 437.765), delle persone in isolamento domiciliare (392.312 da 415.234), dei soggetti ricoverati in area medica (19.512 da 20.317) e di quelli in terapia intensiva (2.143 da 2.214). Decresce anche il numero dei morti (2.658 da 2.922). Quanto all’occupazione degli ospedali, le regioni che superano la soglia critica dei ricoveri ordinari (40%) sono tre mentre i territori che oltrepassato quella delle rianimazioni (30%) sono quattro.

Una calma che per il Presidente Nino Cartabellotta è però solo apparente perché gli esperti hanno registrato in dieci regioni un incremento percentuale dei nuovi casi e in nove quello degli attualmente positivi ogni 100 mila abitanti. Numeri che per il momento non impattano sulle curve nazionali perché si tratta principalmente di territori di piccole dimensioni come l’Umbria.

Una regione che rischia la zona rossa dopo che le varianti hanno fatto impennare i casi e aumentato la pressione sugli ospedali la cui situazione rischia di ripetersi anche in altre aree. Per questo, ha suggerito la Fondazione Gimbe, è importante continuare a tenere alta l’attenzione.