> > Allarme in Umbria per le varianti Covid, Stracci: "Perugia come Codogno"

Allarme in Umbria per le varianti Covid, Stracci: "Perugia come Codogno"

in umbria scatta l'allarme per il diffondersi delle varianti covid

Covid, allarme in Umbria per l'alto numero di contagi, soprattutto dati dalle nuove varianti inglese e brasiliana. Rischio di zona rossa.

Notizie allarmanti quelle che arrivano dall’Umbria, che configurano il capoluogo, Perugia, come la nuova Codogno, a causa, ed è questo che crea allarme nel mondo scientifico, della variante inglese, che ha portato ad un incremento dei contagi, soprattutto tra i giovani, e che, rischia di mettere in ginocchio il sistema sanitario regionale.

Covid, allarme in Umbria per le varianti: “Perugia come Codogno”

A lanciare l’allarme sulla situazione covid in Umbria e in particolare a Perugia, è il professor Fabrizio Stracci, professore associato di Igiene generale e applicata dell’Università degli studi di Perugia, il quale in un’intervista rilasciata a Il Messaggero, ha tenuto a sottolineare, la situazione difficile che sta vivendo Perugia e l’Umbria in generale, a causa del Covid e delle sua varianti, inglese e brasiliana, che rischiano di mettere in ginocchio il sistema sanitario regionale: -“Vedo una situazione pericolosa, perché ogni giorno aumenta il carico sui servizi sanitari e ritrovarci oggi come Codogno un anno fa non è bello”.

A chi gli chiede perchè insista nell’invocare la chiusura della regione, risponde: -“Mi chiamano ‘mister lockdown’, ma non è che abbia questa passione. Penso però sia più produttivo introdurre un periodo di blocco centrato per poi ritrovarsi più liberi dal virus e dalle sue conseguenze, che vivere limitazioni frammentate: l’obiettivo dev’essere eliminare il virus dai territori”.

Invece su come si sia compreso che le varianti iniziavano a girare sul territorio, dice: -“Quando sono comparsi vari cluster nelle Rsa e negli ospedali. Dopo le festività ci aspettavamo una risalita dei contagi ma dai comuni ci dicevano che si trattava di cluster familiari e questo era plausibile, potendo le persone incontrarsi, anche se questo non giustificava i focolai sanitari. Poi, ci ha insospettito l’elevata incidenza sui giovani i cui contagi, a scuole semi-chiuse o chiuse, schizzavano più rispetto agli adulti. Fossero state infezioni familiari avrebbero colpito allo stesso modo, invece queste caratteristiche si sono rivelate quelle di un virus che si diffonde di più ed è più difficile da fermare, come per la variante inglese più diffusa tra i giovani

Poi continua-: “A livello nazionale è stata avviata una ricerca che ha rivelato come la variante inglese dia una risposta negativa rispetto alla proteina S ed è stato stimato che a livello nazionale incide per il 20%. Il nostro studio servirà a capire la prevalenza anche di quella brasiliana sulla base del sequenziamento di circa 300 campioni raccolti in tutta la regione dai servizi territoriali. Se riuscissimo a ipotizzare quando la variante brasiliana è iniziata a diffondersi potremmo cercare di stimare anche il suo R zero che per ora sappiamo essere solo più alto di quella inglese”.

Allarme contagi anche tra i vaccinati

Aumentano i casi inoltre, di coloro che, pur avendo ricevuto la seconda dose del vaccino, sono risultati positivi al virus. Tra questi 67 sono risultati infetti entro sette giorni dall’inoculazione e 31 l’ottavo e il 14esimo giorno. E il sospetto che si insinua tra gli addetti ai lavori è che abbiano contratto la variante brasiliana, pertanto i tamponi effettuati saranno spediti all’Istituto Superiore di Sanità.

Come ribadito da Claudio Dario, direttore alla Sanità umbra: -“La capacità protettiva del vaccino cresce progressivamente tra la prima e la seconda dose, arrivando al 95 per cento dichiarato da Pfizer tra una settimana e dieci giorni dopo la seconda dose. Quindi i dati significativi sono quelli dopo l’ottavo giorno. Parliamo di 31 soggetti infettati rispetto a 13.620 persone che sono giunte alla seconda dose”. 

Oltre a questo, si sono registrati anche casi di reinfezione, 42 per la precisione, e non si esclude anche in questo caso, che la causa possa essere la variante brasiliana, e ciò rende sempre più papabile la regione Umbria come nuova zona Rossa.