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Covid, Crisanti: "Siamo nei guai, serve un lockdown come quello di Codogno"

Covid Crisanti serviva un lockdown

Crisanti: "Serviva un lockdown preventivo a dicembre. Ora il problema sono le varianti covid".

Il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova, Andrea Crisanti, ha rilasciato un’intervista a La Stampa nella quale ha sottolineato la gravità dell’emergenza covid in Italia, ricordando anche che la presenza di diverse varianti sul territorio nazionale complica, di molto, la gestione della situazione. Per il virologo serviva un lockdown preventivo a dicembre, “mentre ora siamo nei guai“.

Covid, Crisanti: “Serviva un lockdown”

Se ne esce con un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele. Va chiuso tutto – continua Crisanti – e va lanciato un programma nazionale di monitoraggio delle varianti. Dove si trovano le varianti brasiliana e sudafricana servono lockdown stile Codogno, non le zone rosse che sono troppo morbide”.

Il virologo a sostegno della sua tesi porta gli esempi di quanto stia avvenendo in Germania, Francia e Inghilterra dove continuano le chiusure e i divieti ferrei per contenere il virus. Solo noi – dice l’esperto – pensiamo a sciare e a mangiar fuori. Tutti vogliamo una vita normale, ma non si realizza se non si controlla la pandemia”. “Il rischio attuale – sottolinea Crisanti – è la diffusione della variante inglese, che se non si ferma subito aumenterà di molto la circolazione del virus e di conseguenza il rischio ulteriore di altre varianti, tra cui alcune che potrebbero resistere ai vaccini”. Per il virologo è necessario dunque anticipare il virus e non starlo sempre a rincorrere nelle sue varie sfaccettature, solo così si potrà vincere questa sfida.