Secondo l’epidemiologo Alessandro Vespignani entro due settimane la variante inglese, diffusa secondo un report dell’ISS nell’88% del territorio italiano, arriverà ad essere prevalente grazie alla sua maggior contagiosità e per i ceppi del passato ci sarà sempre meno spazio: di qui la necessità di abbassare subito l’indice Rt.
Vespignani sulla variante inglese
Intervistato da Repubblica, l’esperto ha invitato alla cautela sulle riaperture e a tenere costantemente sotto controllo l’indice di contagio. A suo dire infatti l’aumento dei casi legati alla mutazione non si tradurrà automaticamente nelle curve ripide viste in Gran Bretagna: molto dipenderà dai cittadini e dalla capacità di tenere l’Rt ad un livello stabile.
Convinto che “il ceppo britannico ci renderà la vita più dura e le misure tradizionali potrebbero non bastare“, ha anche ricordato lo studio secondo cui sarebbe più letale e causerebbe una malattia più grave rispetto a quello tradizionale. Ciò che è possibile fare, ha spiegato, è ridurre il numero assoluto dei nuovi casi: “Se riusciremo a mantenerlo basso, la situazione resterà contenibile“.
L’importante è agire subito e tempestivamente, dato che le prossime due settimane saranno quelle che probabilmente vedranno raddoppiare la prevalenza di variante inglese dal 25% al 50%. La curva dei nuovi positivi per il momento sembra piatta o quasi, ma è fondamentale non abbassare la guardia e rimanere molto in allerta. Questo il suo monito se non si limitano ora i nuovi contagi: “Quando li vedremo risalire rapidamente sarà troppo tardi“.