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Covid, le varianti nel nostro Paese: dove sono più diffuse

Variante Covid: aumentata trasmissibilità e presenza in 22 Paesi

Covid, dilaga la variante inglese in Italia: Umbria e Abruzzo le più colpite. Per l'Iss diventerà prevalente nel Paese.

In poche settimane, le varianti del coronavirus stanno dilagando anche nel nostro Paese, e la loro diffusione varia da zona a zona. La variante inglese resta predominante, ma bisogna fare attenzione anche a quella sudafricana e brasiliana.

Covid, le varianti in Italia

Il report dell’Istituto Superiore di Sanità lo conferma: in Italia dilagano le varianti del Covid provenienti dall’estero. Grazie all’ausilio dei laboratori regionali, gli studiosi dell’Iss possono confermare che in alcune zone d’Italia le varianti del virus sono presenti in grande quantità. Nonostante siano le Regioni centrali le più colpite, anche nel resto del Paese si registrano numeri significativi. Secondo la Lombardia, le varianti Covid-19 sono presenti nel 30% dei tamponi positivi in Regione; in Campania secondo l’analisi condotta da Istituto zooprofilattico, Tigem e Cotugno, 1 caso su 4 è riconducibile al ceppo mutato, più contagioso. In Puglia e Liguria la percentuale di varianti si aggira tra il 20 e il 25 per cento.

Iss: variante inglese sarà prevalente

La variante inglese è la più diffusa: secondo gli studi ha raggiunto l’88% delle Regioni, con una percentuale nazionale del 17,8% anche grazie alla maggior facilità con cui questa variante si trasmette. Secondo gli esperti, il dato è destinato ad aumentare vertiginosamente: entro fine mese per l’Iss questa variante diventerà quella prevalente in Italia. Sono le Regioni centrali del Paese, in primis Umbria e Abruzzo, a preoccupare di più, le stesse in cui la variante inglese è comparsa prima. In Umbria i casi accertati di varianti sono una quarantina, tra inglese e sudafricana, ma i dati tardano ad arrivare. Le zone più colpite, già dichiarate rosse, sono le aree tra il Perugino e il Trasimeno. Sono raddoppiati i casi di contagio tra i più giovani: proprio sui ragazzi la variante inglese sembra avere più impatto. In Abruzzo, si stima che la variante inglese sia dominante, costituendo il 65% dei contagi. “Difficile individuare le cause, ma la variante cresce in modo esponenziale e sta diventando dominante -spiega Liborio Stuppia, direttore del laboratorio dei genetica molecolare dell’Università di Chieti. La variante inglese sta letteralmente mangiando viva la precedente -aggiunge-. Le decisioni finali spettano alla politica, ma in questa zona servirebbe un lockdown duro”.