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Trieste, attivista omosessuale picchiato: "Ridevano per com'ero vestito"

Antonio Parisi

Antonio Parisi, attivista omosessuale, è stato aggredito e massacrato di botte insieme ai suoi amici.

Antonio Parisi, attivista della comunità omosessuale del Friuli Venezia Giulia e tra gli ideatori della festa Jotassassina, è stato aggredito e massacrato di botte nella piazza di Repen mentre era con i suoi amici. Anche loro sono stati aggrediti e malmenati. L’aggressione è avvenuta martedì 16 febbraio.

Attivista omosessuale picchiato

L’aggressione è avvenuta martedì 16 febbraio, intorno alle 20, poco dopo la chiusura del locale in cui il gruppo di amici aveva trascorso il pomeriggio. Antonio Parisi ha pubblicato sul suo profilo Facebook mostrano i segni delle botte ricevute. Il suo volto tumefatto e i vestiti pieni di sangue sono la dimostrazione chiara di quello che è accaduto. Per il momento non ci sono tracce degli aggressori, che sono riusciti a scappare prima dell’arrivo dei soccorsi, ma sono stati descritti dalle vittime come tre ragazzi molto giovani. Il movente dell’aggressione sarebbe omofobo. Parisi, in un’intervista a Il Piccolo, ha spiegato i dettagli del pestaggio. “Se la sono presa con me e con chi era con me fin da subito, appena sono entrato nell’osmiza, solo per come ero vestito. Uno dei ragazzi che era seduto su un tavolo mi ha notato e ha avuto da ridire per ciò che indossavo. Poi però si è alzato ed è venuto a chiedermi scusa” ha raccontato.

La situazione sembrava essersi calmata, ma dopo la chiusura del locale tutto è precipitato. Quando l’attivista e gli amici sono andati nel parcheggio, sono stati seguiti e aggrediti. “Non so bene cosa sia successo: un pestaggio incredibile, ero a terra, ricordo solo calci e pugni in faccia. Poi sono scappati” ha spiegato. L’episodio ha scatenato rabbia e indignazione, ma non sono mancate le reazioni opposte, come quella del consigliere comunale di Trieste, Fabio Tuiach, ex esponente della Lega. Su Facebook ha scritto: “Un esponente LGBT è stato picchiato e scoppia il caso omofobia a Trieste, siamo in campagna elettorale e succede ogni volta ma forse ha litigato con il fidanzato per la vasellina. Grande solidarietà da parte di tutte le forze politiche ma ricordiamoci che in più di un terzo dei paesi al mondo non esiste il problema omofobia perché per i gay c’è il carcere o la pena di morte. Noi avevamo il rogo un tempo, mentre in Russia c’è la legge anti-gay come in tutto l’est e per questo loro non accolgono palestrati che fuggono da paesi omofobi“. Dichiarazioni davvero terribili, che hanno indignato moltissime persone.