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Formia, lo zio di Romeo: "Hanno fatto un video anziché fermare emorragia"

ragazzo ucciso a Formia

"Hanno fatto video invece di fermare l'emorragia, che ha ucciso mio nipote". Così ha dichiarato lo zio del ragazzo di 17 anni ucciso a Formia.

Chiedono giustizia i genitori di Romeo Bondanese, il ragazzo di 17 anni ucciso in via Vitruvio a Formia. Lo zio si lascia andare a uno sfogo e dichiara: Hanno fatto video invece di provare fermare l’emorragia, che ha ucciso mio nipote prima che arrivasse l’ambulanza”.

Ragazzo ucciso a Formia, le parole dello zio

Intervistato da Fanpage.it, si è sfogato lo zio di Romeo Bondanese, il diciassettenne di Formia ucciso da una coltellata che gli ha reciso l’arteria femorale. “Alle persone che hanno avuto il coraggio di riprendere ciò che stava accadendo dopo l’aggressione mi sento di dire che mi dispiace per il loro comportamento. Forse nessuno è riuscito a interpretare la gravità della ferita e hanno fatto video anziché premere con la mano, per cercare di fermare l’emorragia, in attesa che arrivasse l’ambulanza e che tornasse con Romeo a bordo al pronto soccorso”.

Lo zio ha ribadito che i genitori di Romeo vogliono la verità, chiedono di capire perché loro figlio non c’è più, perché è stato aggredito”. Quindi ha aggiunto: “Sono certo conoscendolo, che non avrebbe mai iniziato una lite o che l’avrebbe terminata verbalmente, ma il fatto che sia stato accoltellato e ucciso mi lascia sgomento. Impensabile che in una lite per futili motivi tra ragazzi, uno abbia portato con sé e abbia usato un coltello”.

Lo zio di Romeo ha descritto il 17enne come un ragazzo speciale, il più piccolo dei cugini, che durante l’estate lavorava con le barche. Lo ricorda come un ragazzo rispettoso delle regole e appassionato di sport. L’uomo parla di suo nipote come un ragazzo disponibile e altruista, sempre pronto ad aiutare gli altri. “La speranza mia e quella della famiglia di Romeo è che la morte di mio nipote abbia un senso, un significato, per i ragazzi che vivono a Formia, che devono sentirsi protetti se scelgono di andare a una festa. Tutelati e liberi di poter circolare e non di essere aggrediti o malmenati o di subire violenza e al tempo stesso nemmeno di farla. Spero che questa morte serva a far capire loro che bisogna godere delle cose belle della vita. E di sapersi divertire in maniera corretta“, ha sottolineato.