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Per Bassetti basta con le decisioni del venerdì

bassetti, basta con gli annunci delle zone gialle il venerdì

Per il virologo Matteo Bassetti serve una sintesi tra mondo sanitario ed economico. Basta anche con le decisioni del venerdì sulle zone colorate

Il professore Matteo Bassetti, contro la decisione di dichiarare le zone gialle o arancioni il fine settimana, in particolare il venerdì. La ragione? Bisogna capire anche le esigenze dei titolari di bar e ristoranti.

Per Bassetti basta con le decisioni del venerdì

Per Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, non ci sono solo i  problemi legati alla pandemia, ma bisognerebbe tener conto, in questo momento particolarmente difficile, anche del lato economico. Alcune decisioni prese per il bene della salute infatti, rischiano di mettere sul lastrico delle categorie, che risultano maggiormente colpite dalle scelte che si possono attuare per il benessere della salute pubblica. Come il caso dei cambi di colore delle regioni, che generalmente vengono indicati il venerdì e che sta creando non pochi problemi a titolari di bar e ristoranti, che a seconda della colorazione, si ritrovano a dover buttare la merce perchè il locale deve rimane chiuso. È da questo spunto che prende il via la riflessione di Bassetti, in un’intervista concessa al giornale Il Messaggero. Secondo il virologo infatti, si  potrebbe anticipare al martedì o mercoledì, il report sui cambi di colore delle regioni, in modo da avvisare in modo tempestivo anche chi ha degli esercizi commerciali. 

Come dichiarato dallo stesso virologo: -“Dobbiamo evitare ciò che si sta creando: una contrapposizione tra il mondo sanitario rigorista e quello delle imprese che sarebbe completamente disinteressato all’andamento dell’epidemia. Non è così: gli imprenditori sono consci di ciò che sta succedendo. Ma spostare a inizio settimana la decisione sui colori delle Regioni, e dunque su eventuali chiusure, è anche un modo per mostrare una maggiore vicinanza tra mondo sanitario e mondo dell’impresa”.

Altra discussione aperta, e che ha condotto più volte allo scontro, Regioni e Governo, sono le decisioni basate su dati non proprio recenti: -“Anche su questo bisognerebbe lavorare: bisognerebbe essere più rapidi, i dati su cui si esprime la cabina di regia risalgono a contagi di dieci giorni prima. Ma le cose mutano velocemente. In alcuni casi l’intervento rischia di essere tardivo, in altro può rivelarsi punitivo verso regioni che magari hanno già superato la fase critica. Secondo me se c’è un’area specifica, anche localizzata, bisogna intervenire subito, tempestivamente”.

Per quanto riguarda la situazione epidemiologica attuale, Bassetti non si fa illusioni: l’unico modo è giocare in difesa, quindi accelerare con le vaccinazioni, come da lui stesso ribadito: -“Dobbiamo partire davvero a raffica con le vaccinazioni. Dobbiamo renderci pronti a fare almeno 300-350mila vaccinazioni da fine marzo. Oggi ne facciamo 40 mila. Ad aprile, se arriveremo a quelle cifre, potremo iniziare a parlare di ripartenza. L’importante è passare indenni febbraio e marzo, dopo potremo cominciare a girare pagina. Difendiamoci ora e vacciniamo velocemente come stanno facendo gli americani”.