Debora Faravelli Continuano le eruzioni dell’Etna, che nella notte compresa tra lunedì 22 e martedì 23 febbraio 2021 ha dato vita a getti di lava alti fino a mille metri sopra il cratere di Sud-Est. Si è trattato di uno dei parossismi più intensi che però, hanno rassicurato gli scienziati, non comporta alcun pericolo.
Etna getti di lava
L’attività del cratere ha portato all’innalzamento di una colonna eruttiva rispetto alla cima della montagna e ad un secondo trabocco lavico dalla bocca della sella con conseguente alimentazione di un flusso lavico diretto verso sud-ovest. La fontana di lava è diminuita nel giro di un’ora ma è continuata l’attività effusiva di due flussi lavici che si sovrappongono alle fuoriuscite degli episodi precedenti.
Tra le 4:30 e le 5:15 gli esperti dell’INGV hanno infine segnalato una ventina di esplosioni da diverse bocche sul cratere di Sud Est che hanno lanciato bombe incandescenti. Si è trattato dell’ennesimo episodio del genere in pochi giorni che ha dato vita ad “uno fra i parossismi più intensi e magnifici del cratere di Sud-Est dell’Etna“. Così lo ha definito il vulcanologo dell’INGV di Catania Boris Behncke aggiungendo che non fenomeni come questi non danno origine a pericoli. Anche perché il vento molto debole ha fatto sì che la ricaduta di materiale piroclastico fosse estremamente limitata.
Inoltre la colata lavica principale, quella in Valle del Bove, non è arrivata vicino alle zone popolate bensì là dove si erano fermate quelle dei parossismi precedenti. “L’Etna sta facendo le sue consuete cose, qualche volta un po’ più intensamente, però con questa attività in corso non c’è pericolo“, ha ribadito.
