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Covid, dove scarseggiano i posti in terapia intesiva?

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Pochi posti di terapia intensiva in 8 Regioni, le varianti del covid circolano velocemente.

L’arrivo delle varianti del covid in Italia sta generando un lento, ma costante, aumento dei casi con tutto ciò che ne consegue in termini di pressione sugli ospedali. L’ultimo bollettino del 23 febbraio conferma quanto detto: i ricoverati in terapia intensiva in 24 ore sono stati 2.146, vale a 28 in più rispetto al giorno precedente, mentre in ospedale con sintomi sono state accolte 18.295 persone, ovvero 140 in più rispetto alla precedente rilevazione. Numeri alti, contraddistinti però anche da una profonda differenza tra i territori: laddove la variante si è diffusa i numeri si sono impennati, altrove invece la situazione è ancora sotto controllo. Quali sono dunque le Regioni con carenza di posti in terapia intensiva?

Covid, i posti terapia intensiva

La quota di occupazione del posti letto a livello nazionale è al 24%, ovvero sotto la soglia del 30% ritenuta critica dal ministero della Salute, ma in alcuni territori si è ben oltre questo valore. A rivelarlo è l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, Agenas, che indica 8 territori dove la saturazione degli ospedali per il covid rischia di mettere a rischio l’assistenza per altre patologie.

La situazione peggiore è in Umbria dove per l’ampia diffusione delle varianti ben il 57% delle terapie intensive risulta al momento occupato da malati covid. C’è poi l’Abruzzo, tasso d’occupazione pari al 39% e non ci sono più posti attivabili, le Marche, il Molise, la Provincia di Trento e la Provincia di Bolzano, tutte al 33%, il Friuli Venezia Giulia al 32% e la Lombardia al 31%. Si diceva della differenza tra i territori, in Val d’Aosta e in Basilica, il tasso d’occupazione dei posti di terapia intensiva è al 5%.