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Covid, la Puglia dispone l'obbligo del vaccino per gli operatori sanitari

vaccino puglia

Il Consiglio regionale pugliese ha reso obbligatorio il vaccino anti Covid per gli operatori sanitari, al fine di prevenire la diffusione del virus.

Nella giornata del 24 febbraio il Consiglio regionale della Puglia ha reso obbligatorio il vaccino anti Covid per gli operatori sanitari che lavorano nel territorio della regione, al fine di prevenire la diffusione del coronavirus. La proposta di legge, approvata con 28 voti favorevoli, è in linea con le disposizioni di sicurezza già precedentemente previste dalla legge regionale 19 del 2018 in materia di prevenzione e controllo della trasmissione delle infezioni. In quel caso veniva fatto riferimento a malattie come epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella, difterite, tetano, pertosse, influenza e tubercolosi, ma con questa decisione verrà aggiunto anche il coronavirus Sars-CoV-2.

Vaccino, in Puglia obbligo per operatori sanitari

La proposta di legge è stata presentata dal presidente della Commissione bilancio e programmazione Fabiano Amati, che ha successivamente commentato: “La decisione della Puglia di rendere efficace l’obbligo anche per la vaccinazione anti-Covid-19 è una decisione politica accordata con salute e scienza, sulla scia di una legge già vigente approvata nella scorsa legislatura su proposta della collega Francesca Franzoso e dichiarata pienamente costituzionale con sentenza scritta da Marta Cartabia, attuale ministro della Giustizia”.

Amati ha poi aggiunto: “Come è noto a tutti, c’è una percentuale altissima di operatori sanitari non vaccinati contro il Covid, che per questo sono dichiarati inidonei a svolgere l’attività in reparti a rischio, oncologia, ematologia, pneumologia, malattie infettive, sale operatorie, terapia intensiva ed altri, e pregiudicano la formazione dei turni di lavori. […] A tutto ciò s’intende ovviare ampliando alla vaccinazione anti-Covid la legislazione regionale vigente in materia di esecuzione degli obblighi vaccinali, ritenuta legittima con Sentenza della Corte costituzionale numero 137 del 2019″.