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Covid, Antonelli (Cts): “Non è tempo di ritorno alla normalità”

Antonelli riaperture

Non è ancora tempo di ritornare alla normalità. Queste le parole di Massimo Antonelli del Comitato tecnico scientifico.

Non è ancora tempo di abbassare la guardia, la fascia di contagio si è abbassata con alcune regioni che hanno superato la soglia critica del 30% dei posti in terapia intensiva. Questi sono alcuni degli ammonimenti di Massimo Antonelli componente del comitato tecnico scientifico e rianimatore dell’Ospedale Gemelli.

In un’esclusiva rilasciata al Corriere della Sera Antonelli ha analizzato molte delle criticità che stiamo vivendo in questo periodo uno su tutti l’età media dei contagiati che si sta abbassando scendendo a 60 anni rispetto alla precedente media di 65-70. “Non è tempo di ritorno alla normalità”, ha dichiarato.

Antonelli: “Non è tempo di riaperture”

Lo ha reso noto il componente del comitato tecnico scientifico Massimo Antonelli, la strada verso un ritorno alla normalità è ancora lunga. “La situazione non presenta margini sui quali ipotizzare l’ammorbidimento delle misure: anzi è raccomandata l’introduzione di regole più stringenti in modo chirurgico, vale a dire nelle zone soggette all’impennata di contagi”, ha dichiarato in un’esclusiva rilasciata al Corriere della Sera.

Sull’incidenza dei vaccini Antonelli ha dato una risposta confortante: «Lo vediamo tra gli operatori sanitari. Il 28 dicembre, quando sono cominciate le vaccinazioni, i contagi tra personale sanitario erano circa 3500. Il 15 febbraio erano approssimativamente 700. Un netto calo. La buona notizia è che sul campo il vaccino funziona, anche se non c’è la certezza che chi è immune non sia contagioso”.

Infine una raccomandazione sugli spostamenti che sono ancora sconsigliati: “Quindici regioni hanno un rischio alto o moderato e questa scala indica che il virus si muove molto. Anche gli spostamenti motivati da comprovate esigenze di qualsiasi genere dovrebbero essere ridotti al minimo all’interno dell’Italia, per non parlare dei viaggi all’estero, da evitare”.