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Covid, scuole chiuse e restrizioni: la situazione nelle Regioni

Scuole

L'aumento dei contagi da Covid sta costringendo milioni di studenti alla Dad. La situazione delle scuole nelle Regioni italiane.

Il Governo, a causa dell’aumento dei contagi dovuto alle varianti, sta tenendo sotto controllo il mondo della scuola. Le scuole saranno tutte chiuse nelle zone rosse e nei luoghi in cui l’incidenza del contagio prevede 250 casi su 100mila abitanti. Al momento è ancora scontro sull’ipotesi di chiudere gli istituti anche nelle zone arancioni.

Scuole chiuse: situazione nelle Regioni

Dall’1 marzo più di 3 milioni di studenti seguono le lezioni da casa con la Didattica a distanza. Secondo un’indagine di Tuttoscuola sono a casa 800mila bambini della scuola dell’infanzia e primaria, quasi mezzo milione di alunni delle medie e 1 milione e 800 mila studenti delle superiori. In Valle D’Aosta le scuole continuano in presenza, ad eccezione degli istituti in quarantena. La stessa decisione è stata presa in Trentino. Nella provincia di Bolzano è stato prorogato il lockdown fino al 14 marzo, per cui dalle medie all’università si continua con la Dad. Dal 1 marzo sono tornati in presenza i bambini delle materne e delle elementari, ad eccezione di alcuni comuni che hanno regole più restrittive. In Lombardia le scuole restano chiuse nelle zone arancione rafforzato, che dal 3 marzo comprenderanno anche la provincia di Como, alcuni comuni della provincia di Mantova, Cremona, Pavia e Milano. Nelle zone rosse gli studenti sono in Dad. Il Piemonte è in zona arancione ma tutte le scuole sono chiuse in sette comuni della Valle Vigezzo, fino al 5 marzo. Nei comuni in zona rossa gli istituti sono chiusi. La Liguria è in zona gialla ma ci sono alcune aree locali in zona rossa, come Ventimiglia e Sanremo, in cui le scuole restano chiuse fino al 5 marzo. In Friuli Venezia Giulia e Veneto le scuole sono aperte regolarmente. In Emilia Romagna ci sono dei comuni in provincia di Bologna in zona arancione scura, in cui le scuole sono in didattica a distanza, ad eccezione di asili nidi e materne. Niente lezioni in presenza anche per i comuni della Ausl Romagna, esclusi quelli di Forlì. In Toscana la didattica a distanza comprende Pistoia e Siena, che sono zone rosse, ma anche Cecina e Castiglion Fiorentino. In Umbria, nella provincia di Perugia tornano in presenza i servizi educativi della scuola dell’infanzia da 0 a 36 mesi, statali e paritarie, ma sono sospese quelli della fascia dai 3 ai 6 anni. Rimane in vigore la Dal per le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. In provincia di Terni le lezioni delle scuole superiori sono svolte in presenza al 50%.

Le Marche sono in zona arancione ma le scuole superiori sono in Dad, mentre nella provincia di Macerata lo sono anche le seconde e terze medie. Nel Lazio ci sono diversi comuni in zona rossa dove gli alunni sono in Dad. Le scuole sono chiuse a Monterosi, Carpineto, Roccagorga, Colleferro, Torrice e Monte San Giovanni Campano. In Abruzzo le lezioni in presenza sono state sospese e tutti gli alunni, escluse scuole dell’infanzia e nidi, sono rimasti a casa in Dad. In Campania le scuole sono chiuse dal 1 marzo fino al 14 marzo. Un’ordinanza regionale in Puglia ha disposto la didattica a distanza fino al 14 marzo per tutti gli istituti. In Basilicata le scuole sono chiuse, perché è in zona rossa, esattamente come il Molise. In Calabria l’attività scolastica è a rischio e l’Unità di crisi regionale ha dichiarato che “si ritiene opportuno e auspicabile, così come determinato in altre realtà regionali, la temporanea chiusura delle scuole di ogni ordine e grado“. In Sicilia dal 1 marzo nelle scuole superiori la didattica in presenza è al 75%, esclusi San Cipirello e San Giuseppe Jato che sono in zona rossa, così come Enna. In Sardegna, unica regione in zona bianca, la scuola è aperta. Gli istituti sono chiusi solo a San Teodoro, che è in zona rossa.