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Intervento record al Pascale di Napoli: 12 ore e due equipe

Intervento record al Pascale di Napoli

Intervento record al Pascale di Napoli: 12 ore e due equipe che hanno asportato in un'unica sessione operatoria un tumore mandibolare e le sue metastasi

Intervento da record al Pascale di Napoli, città non nuova ad exploit oncologici di eccellenza: 12 ore e due equipe insieme su un paziente di 51 anni con una recidiva di tumore alla ghiandola sottomandibolare. Quella nuova neoplasia aveva prodotto otto metastasi epatiche al lobo destro. E malgrado la mostruosa complessità di quadro clinico e protocollo di intervento, il paziente è tornato a casa dopo appena cinque giorni. Ma non solo, i medici che hanno diretto il maxi intervento, Franco Ionna e Francesco Izzo, assicurano che l’uomo “sta bene”. L’equipe di Ionna ha avviato l’operazione. Si tratta del team del dipartimento maxillo facciale dell’Istituto dei tumori di Napoli.

Intervento record al Pascale di Napoli

L’intervento è stato di asportare chirurgicamente al paziente una parte della mandibola, i muscoli del pavimento orale e la parete laterale sinistra della laringe. Inoltre a ricostruire il cavo orale. Così sono andate via le prima quattro ore di intervento. Nel secondo step l’equipe di Izzo ha predisposto l’approccio robotico alla regione dell’addome. Si tratta del team di chirurgia oncologica epatobiliare. Ci sono volute altre otto ore, una per ogni metastasi al fegato. E la ghiandola è stata asportata per il 60%. Secondo quanto riferito quella resezione così radicale non ha compromesso la funzione vitale dell’organo.

Oltre venti sanitari impegnati

Nell’intervento da record e manuale sono state impegnate oltre venti le persone fra chirurghi anestesisti ed infermieri. La cosa che ha stupito di più è stata la ripresa in tempi record del paziente, senza complicazioni e con dimissioni in soli cinque giorni. Il protocollo ordinario prevede che interventi del genere si tengano in due step distinti: prima si asporta il tumore e poi si attaccano le metastasi. Ma quel protocollo comporta doppio ricovero, doppia anestesia e tempi di degenza allargati. Integrando tutti i gruppi e tutte le tecniche mini invasive invece al Pascale si è arrivati a quello che assomiglia ad un vero miracolo della medicina contemporanea.

Il direttore Bianchi e la ‘strana’ addizione

Un ‘miracolo’ che arriva in un momento particolare per gli screening oncologici ritardati dal coronavirus. Miracolo reso bene dalle parole del direttore generale del Pascale Attilio Bianchi: “1+1=3. Mai come in questo caso la sinergia come moltiplicatore delle competenze, il cui risultato finale è maggiore della somma dei singoli componenti. Questo è il nostro modo di intendere il nostro impegno di ogni giorno. Auguri di cuore al paziente e complimenti a tuta la squadra”.