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Covid, relazione Finanza: "Mascherine fasulle ai medici"

Mascherine

Due milioni di dispositivi di protezione individuali, indossati dai medici durante l'emergenza, sono stati considerati non idonei.

I medici hanno combattuto contro il Covid proteggendosi con mascherine che non hanno superato i controlli per garantire la sicurezza. Due milioni di dispositivi di protezione individuali, distribuiti nelle Asl e negli ospedali romani, erano “privi di idonea certificazione”.

Mascherine finte per i medici

La Protezione Civile non ne sapeva nulla, in quanto è stata truffata. Così come il Comitato Tecnico Scientifico, che è stato ingannato con certificati falsi che la European Network Tlc avrebbe fornito alle autorità italiane. Tutto è scritto negli atti con cui la Procura di Roma ha ottenuto gli arresti domiciliari nei confronti di Andelko Aleksic, rappresentante della European Network Tlc, del suo delegato Vittorio Farina, e di Domenico Romeo, amministratore di un’azienda che avrebbe prodotto certificati falsi. L’indagine della Finanza, in cui sono stati coinvolti anche l’ex ministro dell’Agricoltura Francesco Saverio Romano e l’imprenditore Roberto De Santis, ha rivelato che la ENT ha venduto alla Protezione Civile del Lazio 5 milioni di mascherine e 430mila camici, nonostante non avessero superato “la necessaria procedura di validazione“. “La necessità di una disponibilità celere per tutti i dispositivi di protezione utili a fronteggiare l’emergenza sanitaria (…), unitamente ad una normativa emergenziale di deroga a quella ordinaria (…), ha consentito alla società in questione di ottenere agevolmente lo sdoganamento delle mascherine FFPP2” si legge negli atti. Il primo carico è arrivato il 31 marzo 2020 a Fiumicino. “Beni che venivano consegnati e distribuiti poi dalla Protezione Civile sebbene non avessero il marchio CE come previsto dal contratto” hanno spiegato gli inquirenti. Due milioni di mascherine sono state consegnate ai presidi sanitari romani, senza che la Protezione Civile sapesse cosa si nascondeva dietro quella fornitura. L’Agenzia delle Dogane e Monopoli di Roma 2 ha rilevato criticità dell’autenticità del marchio CE solo il 7 aprile dello stesso anno. La Protezione Civile ha consentito ugualmente di scaricare la merce, ma non l’ha distribuita. Il 6 maggio, le Dogane hanno dichiarato le mascherine “prive di idonea certificazione“.

Il fatto è stato comunicato alla società, che si è subito mossa per avere i documenti richiesti. L’8 Luglio il Comitato Tecnico Scientifico ha dato il via libera sulla base di un “certificato di conformità della società SGS con sede in Finlandia“. Quel documento “è stato rilasciato per una tipologia di mascherina ancora diversa rispetto a quella oggetto della fornitura alla Protezione Civile“. Le mascherine analizzate erano diverse da quelle che sono state poi oggettivamente consegnate. Farina ha cercato di far accreditare la sua società, la European Network Tlc, la stessa azienda che ha versato 30mila euro all’imprenditore De Santis. Secondo gli inquirenti quei soldi servivano a pagare “l’illecita mediazione consistita nel presentare e accreditare al pubblico ufficiale la società in questione per nuove forniture“. Il pubblico ufficiale di cui si parla è Domenico Arcuri, ex commissario all’emergenza Covid-19. Arcuri risulta estraneo alle indagini, “probabilmente ancora una volta oggetto di traffico di influenze illecite“.