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Bologna, gli insegnanti: "Avete chiuso le scuole, ora vaccinateci"

Bologna insegnati ora vaccinateci

"Ora vaccinateci", l'appello degli insegnanti di Bologna che denunciano i ritardi nelle somministrazioni.

A Bologna le scuole sono chiuse, così come in molte altre città italiane. Troppi i contagi per permettere l’attività in presenza, ma gli insegnanti della città non ci stanno e lamentano la solita mancanza di coerenza da parte dei governatori, sia a livello nazionale che locale: le scuole vengono chiuse perchè luogo di contagio, ma le vaccinazioni dei professori stentano a decollare. “Siamo insegnanti di differenti scuole di Bologna e provincia – si legge in una lettera firmata da alcuni istituti del territorio – Inutile ripetere quello che dovrebbe essere già noto: la crisi pandemica mostra come la scuola in generale non sia una priorità in questo paese, la formazione delle nuove generazioni è sacrificata sull’altare di presunti interessi superiori che poco hanno a che fare con la tutela della salute. La situazione attuale – continua la lettera – mostra un dato in più, a cui nessuno dà concretamente risposta: le scuole sono state chiuse, i vaccini non vengono fatti“.

Bologna, gli insegnati: “Ora vaccinateci”

Il documento degli insegnati ha lo scopo di sollecitare la pratica di vaccinazione della loro categoria visto che sono state molte fino a questo momento le false partenze e i passi indietro con il siero di AstraZeneca. “Prima – scrivono gli insegnanti – c’era stata la bufala della prenotazione per gli insegnanti su un misterioso sito per metà febbraio: 1350 fortunati vincono alla lotteria, ma viene loro comunicato che il premio non c’è più. Tutto da rifare. Nuova trovata: affidiamo le vaccinazioni del personale scolastico ai medici di base. Si comincia il 22 febbraio, anzi no, il primo marzo. Prenotatevi di nuovo e sarete più fortunati. A due settimane di distanza, a essere vaccinata è una persona su cinque

Il loro è un vero e proprio appello alla Regione Emilia – Romagna, affinché la categoria venga considerata come veramente indispensabile: “Il medico di base – scrivono gli insegnanti – dice che le dosi vengono mandate con estrema lentezza e di fronte alle sue insistenze, la risposta che viene data suona pressapoco così: che insegnante e personale scolastico non si lamentino e stiano a casa, tanto siamo in zona rossa. E le scuole, ovviamente, restano vuote”.

Ci avevano presentato il vaccino come la panacea di tutti i mali – dicono i professori – Se così è, nelle due settimane di chiusura delle scuole avrebbero dovuto fare una campagna vaccinale a tappeto e garantire tempi certi per la riapertura. Ammesso e non concesso che non lo fosse prima – concludono – ora certamente coniugare apertura e sicurezza è possibile“.