Alessandro Artuso I casi di Covid-19 aumentano in Italia, così come i pazienti ricoverati nelle varie terapie intensive: secondo i dati pubblicati da Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in diversi luoghi è stata raggiunta la soglia critica del 30% (numero stabilito tempo fa dal Ministero della Salute). Sono ben 12 le regioni che hanno già superato il limite, ma non è escluso che possa accadere ad altre.
Terapie intensive, raggiunta la soglia critica
Ai microfoni dell’AdnKronos Salute è intervenuto Alessandro Vergallo, in qualità di presidente nazionale di Aaroi-Emac (sindacato degli anestesisti e dei medici di rianimazione): “Un quadro in peggioramento quello delle terapie intensive italiane, dove si registra un’accelerazione in negativo rispetto scorse settimane. E pur senza raggiungere i picchi ripidi che si erano verificati nella prima ondata – commenta Vergallo – sta assumendo un andamento preoccupante”.
I dati
Per quanto riguarda la soglia critica della terapia intensiva, i numeri più alti si registrano nelle Marche (45%), Lombardia (42%) e Abruzzo (40%): ben 60% in Umbria, 53% nella Provincia di Trento, 51% in Molise.
Non vanno bene le cose anche nella Provincia di Bolzano (39%), Emilia Romagna (38%), Piemonte (35%), Toscana (35%), Friuli Venezia Giulia (33%). Sotto il 20% in Basilicata, Sardegna, Sicilia e Calabria. Attenzione anche in Puglia dopo nel giro di un solo giorno si è passati dal 27 al 30%.
Nel frattempo il Cts si è riunito per valutare nuove misure volte a frenare l’avanzata dei contagi da Covid-19. Sono diverse le piste che hanno valutato gli esperti. Quella più drastica prevedeva una super zona rossa in tutta Italia per tre o quattro settimane con coprifuoco anticipato e spostamenti vietati con pochissime eccezioni riguardanti salute, lavoro o necessità.
