> > Coronavirus, chi esce di casa con sintomi rischia l'accusa di omicidio doloso

Coronavirus, chi esce di casa con sintomi rischia l'accusa di omicidio doloso

Coronavirus uscire con sintomi

Il Cts chiede un inasprimento delle misure di contenimento: chi decide di uscire di casa con sintomi del Coronavirus rischia l'accusa di omicidio doloso.

L’Italia va sempre di più verso una zona rossa nazionale, almeno nei weekend, come già accaduto per le feste di Natale e come proposto dal Cts al governo Draghi. Al momento, però, sono ancora in vigore le norme che permettono gli spostamenti tra comuni all’interno delle zone bianche (solo la Sardegna) e gialle e all’interno dello stesso comune nelle zone arancioni. Con l’apposita autocertificazione, inoltre, sono ammesse alcune eccezioni: è possibile spostarsi per comprovate esigenze lavorative, per situazioni di necessità e motivi di salute. Non osservare tale provvedimento comporta l’arresto fino a 5 mesi o un’ammenda fino a 206 euro, secondo l’articolo 650 del Codice Penale. L’articolo 452 c.p, invece, prevede la reclusione da 1 a 12 anni, qualora ad aver violato tale norma fosse un cittadino in quarantena o positivo al virus. Anche chi ha sintomi ed esce di casa rischia l’accusa di omicidio doloso

Coronavirus, i rischi di uscire di casa con sintomi

Chi dichiara il falso nell’autocertificazione, indicando spostamenti motivati da falsi motivi di salute, false esigenze lavorative o per altri stati di necessità in realtà non sussistenti, integra il reato di falsa attestazione a un pubblico ufficiale. Molto più gravi le imputazioni per chi sa di essere positivo al Coronavirus ma non rispetta la quarantena: uscendo di casa compromette anche la salute delle altre persone. Simili episodi, infatti, comportano il tentativo di lesioni e/o di omicidio volontario se si viene a contatto con soggetti fragili o a rischio. Non è esclusa neppure l’accusa di omicidio volontario se ne deriva la morte.

A rischiare è anche chi ha febbre, tosse e altri sintomi associati al Covid-19 e non si mette in quarantena volontaria. In tal caso varrebbe l’imputazione per violazione dei provvedimenti dell’autorità, un processo per lesioni o tentate lesioni volontarie.

Se il malato infettasse persone anziane o soggetti a rischio causandone la morte, l’accusa potrebbe essere quella di omicidio doloso. La pena, in tal caso, comporterebbe una reclusione non inferiore ai 21 anni. La stessa pena si applica a chi ha avuto contatti con persone positive al Coronavirus, ma non resta chiuso in casa. Continuare ad avere rapporti sociali o a lavorare senza avvertire i colleghi, è estremamente pericoloso, perché di giorno in giorno i contagi potrebbero aumentare.

È prevista la procedibilità d’ufficio per il reato di lesioni superiori a 40 giorni di malattia. La pena prevede la reclusione da tre a sette anni.