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Reggio Emilia, giudice definisce incostituzionale il Dpcm di Conte

Lockdown

Il giudice di Reggio Emilia ha assolto due cittadini denunciati per un’autocertificazione falsa, definendo incostituzionale il Dpcm di Conte.

Nel corso del primo lockdown nazionale, due cittadini italiani sono stati denunciati dalle forze dell’ordine poiché trovati in possesso di false autocertificazioni. I due, tuttavia, sono stati recentemente assolti dal giudice del Tribunale di Reggio Emilia.

Reggio Emilia, denunciati per autocertificazione falsa

Il primo lockdown nazionale che ha trasformato, per la prima volta, l’Italia in un’immensa zona rossa è stato decretato con il Dpcm emanato l’8 marzo 2020 dall’ex-presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

In questo contesto, un uomo e una donna erano stati individuati dai carabinieri mentre violavano le restrizioni imposte a livello governativo: i due, infatti, avevano lasciato le rispettive abitazioni senza un valido motivo e dichiarando, al contrario, motivazioni mendaci nell’autocertificazione di cui erano muniti.

Nei moduli presentati ai carabinieri che li avevano fermati per un controllo, la coppia aveva scritto che la donna aveva necessità di eseguire urgentemente delle analisi: pertanto, l’uomo (riconosciuto poi come un amico e non come un congiunto) le stava dando un passaggio in ospedale.

Le verifiche condotte, poi, dalle forze dell’ordine hanno svelato che nessun particolare della storia raccontata dalla coppia era reale, tantomeno l’esigenza di recarsi in ospedale.

A questo punto, i soggetti protagonisti della vicenda sono stati denunciati dai carabinieri di Reggio Emilia e processati per il reato di falso ideologico in atto pubblico, che può portare a una condanna di due anni di carcere.

L’assoluzione del giudice del Tribunale di Reggio Emilia

La coppia accusata dagli inquirenti, tuttavia, è stata recentemente assolta dal giudice del Tribunale di Reggio Emilia Dario De Luca, che è ricorso alla formula «perché il fatto non costituisce un reato». Il giudice De Luca, infatti, ha dichiarato l’inesistenza del reato in quanto si sarebbe in presenza di un «falso inutile».

In merito all’argomento, in particolare, il Tribunale di Reggio Emilia ha sostenuto che il primo Dpcm emanato dall’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbe essere considerato illegittimo in quando, secondo quanto riportato nella Costituzione italiana, le limitazioni della libertà personale non possono essere modificate con un attoamministrativo – ossia il Dpcm – ma soltanto con un atto dell’autorità giudiziaria.

Sulla base di simili considerazioni, quindi, il giudice De Luca ha asserito che le limitazioni imposte dovevano essere stabilite «nei casi e modi previsti dalla legge» e non costringendo la popolazione a rispettare restrizioni generalizzate con «l’obbligo della permanenza domiciliare imposto nei confronti di una pluralità indeterminata di cittadini».

Per il giudice del Tribunale di Reggio Emilia, di conseguenza, il Dpcm dell’8 marzo 2020 dovrebbe essere classificato come incostituzionale poiché viola l’art. 13 della Costituzione italiana, che proibisce qualsiasi limitazione della libertà personale, e l’art. 16, che vieta all’autorità amministrativa di limitare la libertà di circolane. A questo proposito, il giudice De Luca ha spiegato che nessun cittadino può «essere costretto a sottoscrivere un’autocertificazione incompatibile con lo stato di diritto del nostro Paese ed essa è dunque illegittima».