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Covid: previsti ancora ritardi nella consegna dei vaccini

Ancora ritardi nella consegna dei vaccini

Previsti ritardi nella consegna dei vaccini, con AstraZeneca che non rispetta i volumi e J&J che potrebbe risentire del 'protezionismo' di Biden

Ancora ritardi previsti nella consegna dei vaccini, il piano Figliuolo si scontra con le notizie che arrivano da AstraZeneca e Johnson & Johnson. Il piano vaccinale approntato dal commissario straordinario per l’emergenza sanitaria ha ambizioni alte. Nei prossimi mesi Francesco Paolo Figliuolo conta di mettere a regime la somministrazione di 500 mila dosi di vaccino al giorno su base nazionale. Questo significherebbe arrivare a vaccinare circa l’80% della popolazione entro settembre. Si parla perciò di immunità di gregge per fine estate. Un’ambizione che lo stesso ministro Roberto Speranza aveva fatto sua, ma che potrebbe essere minata dalle ultime notizie sul fronte della distribuzione dei vaccini.

J&J: previsti ancora ritardi

Le aziende farmaceutiche sono in ritardo, lo conferma anche il ministro tedesco della Sanità, Jens Spahn. Spahn lo ha fatto a margine dell’autorizzazione da parte di Ema al vaccino di Johnson & Johnson: “Le forniture alla Ue non avverranno prima di metà-fine aprile, a causa dell’incertezza delle decisioni politiche di Washington sulle esportazioni”. Il timore è che essendo J&J società Usa Joe Biden voglia trattenere, entro i confini nazionali, malgrado i proclami di disponibilità di questi giorni, quante più dosi possibile. In Italia la consapevolezza che J&J non arriverà prima di fine aprile c’è. Sono attesi 2,4 milioni di dosi al mese per un totale di 7,3 milioni.

Il nodo AstraZeneca

Ma c’è un problema bis e quel problema si chiama AstraZeneca. Qui i tagli sono diventati costante lineare: da 16 a 8, infine a 4,2 milioni le dosi inviate all’Italia nel primo trimestre. L’idea era recuperare nel secondo con 10 milioni di dosi. Poi i soliti problemi nel sito produttivo che in Olanda avrebbe dovuto fare coppia col quello belga. Il risultato? Gli anglo-svedesi difficilmente riusciranno a raggiungere l’obiettivo di 40 milioni di dosi all’Unione europea entro la fine di marzo. E di queste queste 5 milioni spetterebbero all’Italia. Quindi fino a giugno a malapena toccherà il tetto dei 70 milioni a fronte dei 180 previsti.

Quante dosi all’Italia

Nel secondo trimestre dell’anno in Italia arriveranno non più di 8 milioni di dosi, rispetto alle 10,7 previste nell’ultimo aggiornamento del piano vaccinale. E la Commissione Europea ha deciso di reagire, come fa sapere una fonte: “analizzando con attenzione tutte le possibili misure da prendere”. Misure che potrebbero coincidere con lo stop ai pagamenti fino al totale adempimento contrattuale.