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Prof morto a Biella dopo vaccino, moglie: "Era in perfetta salute"

Simona Riussi e Sandro Tognatti

Simona Riussi, moglie di Sandro Tognatti, prof morto dopo il vaccino AstraZeneca, vuole chiarezza ma invita tutti a vaccinarsi.

In Piemonte un lotto del vaccino anti-Covid AstraZeneca è stato sospeso. Si tratta del lotto ABV5811 e tra le 500mila dosi c’era anche quella somministrata a Sandro Tognatti, docente di clarinetto del conservatorio di Novara, deceduto a Biella a 57 anni. La decisione della Regione Piemonte di sospendere il lotto è dettata dal principio di precauzione. La moglie ha commentato quanto accaduto.

La moglie del prof morto dopo il vaccino

Bisogna continuare a credere nel vaccino perché è l’unico modo per uscire da questa situazione. Anche mio marito ci credeva” ha dichiarato Simona Riussi, nel pieno del suo dolore, mentre chiede chiarezza per la morte del marito Sandro Tognatti. La donna non se la sente di puntare il dito contro AstraZeneca. Il marito ha iniziato a stare male dopo quattordici ore dalla somministrazione. Lei ha chiamato i soccorsi e ha fatto di tutto per salvarlo. Ora è stata aperta un’inchiesta. L’uomo era in perfetta salute e aveva fatto qualche giorno prima il tampone, risultato negativo. La donna, intervistata dal Messaggero, ha spiegato che vuole che si faccia chiarezza su quanto è accaduto. “Ma per capire se si è sbagliato qualcosa e andare avanti con il piano di vaccinazione. Che io sappia al momento non c’è un legame con il vaccino. Hanno aperto un’indagine perché mio marito è mancato poco dopo la somministrazione e all’improvviso” ha spiegato la donna, che ha sottolineato che il marito era in perfetta salute. “Aveva i globuli rossi nel sangue più piccoli della norma, ma non era una condizione legata all’anemia mediterranea. E lo aveva comunque segnalato quando si è presentato a fare il vaccino. Aveva anche fatto il tampone molecolare pochi giorni prima ed era negativo” ha aggiunto la moglie del prof.

Entrambi hanno fatto il vaccino AstraZeneca sabato, poi nella notte l’uomo ha avuto la febbre. Si è sentito male la mattina dopo. “Quando sono andata a vedere come stava mi sono accorta che non respirava. Ho chiamato i soccorsi, mentre cercavo di rianimarlo. Poi è arrivata l’ambulanza. Ma è stato tutto inutile. Alla fine lo hanno portato via e non ho potuto più rivederlo. E questa è la cosa che più mi fa star male. Faccio ancora fatica a rendermi conto di quello che è successo” ha spiegato la donna. In famiglia erano tutti insegnanti, per cui sapevano di dover fare il vaccino ed erano molto tranquilli. “Ufficialmente non c’è ancora un legame su quanto accaduto. Voglio che sia fatta chiarezza. Lui diceva che poche decine di casi sospetti su milioni di vaccini eseguiti erano pochi. Almeno guardando alla statistica. E in ogni caso si sa che con i vaccini ci possono essere delle controindicazioni, ma è l’unica strada che esiste per uscire dalla pandemia. Lui ci teneva davvero a poter tornare a fare il suo lavoro. E non da dietro una barriera di plexiglas. Gli mancava molto il rapporto vero con i suoi allievi. Spero davvero che si possa far chiarezza su quanto accaduto per poter andar avanti, per poter uscire da questa situazione” ha concluso la donna.