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AstraZeneca, Palù: "6 casi sospetti su milioni di dosi"

Giorgio Palù

Giorgio Palù, presidente dell'Agenzia italiana del Farmaco, ha espresso la sua opinione sul vaccino AstraZeneca e sulla sospensione.

Il caso della sospensione del vaccino AstraZeneca sta preoccupando moltissimo. Gli esperti hanno iniziato ad intervenire per esprimere la loro opinione su quanto accaduto. Anche Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), è intervenuto per fare chiarezza.

Giorgio Palù su AstraZeneca

I vaccini sono i medicinali più sicuri al mondo, hanno allungato la vita media di 30 anni” ha dichiarato Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del Farmaco. Per quanto riguarda le verifiche partite dopo i sei casi sospetti in Germania, l’esperto ha spiegato che non c’è “nessuna evidenza che ci sia un rapporto di causa-effetto“. Quale sia il nesso tra l’insorgere della trombosi e il vaccino è ancora da dimostrare. “L’evidenza scientifica di un nesso causa-effetto al momento non c’è. Un caso analogo di trombosi venosa profonda si era verificato anche in Olanda. Tutti questi eventi si aggiungono a quelli riportati precedentemente in Danimarca e Austria. Da qui, Olanda, Francia, Germania, Spagna e poi anche Italia hanno deciso ‘a cascata’ di sospendere in via cautelativa e temporanea il preparato anti Covid fino a che non si esprimerà l’Ema” ha dichiarato Giorgio Palù nell’intervista al Corriere della Sera. “Sappiamo dagli studi inglesi che la seconda dose può essere fatta alla 12ma settimana, come raccomanda anche Aifa, quindi c’è tutto il tempo di attendere l’imminente decisione di Ema. Non solo. I vaccini basati sulla tecnologia utilizzata da AstraZeneca danno eventuali reazioni alla prima dose e molto meno alla seconda, il contrario di quanto avviene per quelli ad Rna messaggero (Pfizer-Biontech e Moderna)” ha aggiunto l’esperto, cercando di fermare gli allarmismi tra chi ha già ricevuto la prima dose di vaccino.

Per quanto riguarda il verdetto dell’Ema su AstraZeneca, che è atteso per giovedì, l’esperto ha spiegato di essere fiducioso perché l’insorgere della trombosi venosa non avrebbe legami con il vaccino, ma potrebbe essere legata a patologie pregresse. “Nei 12 milioni di vaccinati del Regno Unito e nei 5 milioni in Europa i casi registrati di questi eventi gravi erano finora prevalenti in persone anziane, età media 70 anni. L’incidenza è dunque nettamente inferiore a quella di un caso su mille circa tipico di queste manifestazioni. Bisognerà vedere se le donne morte in Germania avevano condizioni che predisponenti la trombosi come l’assunzione di pillola anticoncezionale oppure altre alterazioni di base della coagulazione” ha aggiunto Palù. “Ci dimentichiamo che sono i farmaci più sicuri, meno costosi e che ogni anno salvano oltre due milioni di vite umane. Hanno reso all’umanità un grande servizio: aumentare l’aspettativa di vita dai primi del ‘900 ad oggi di quasi 30 anni” ha concluso l’esperto, per rispondere alle persone che sono scettiche nei confronti del vaccino.