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Covid, la lettera al padre morto un anno fa: "Questo mondo non ti sarebbe piaciuto"

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Tiziano Pandolfi ha deciso di scrivere una lettera al padre, morto di Covid esattamente un anno fa, e di pubblicarla sul suo profilo Facebook.

Ha affidato i suoi pensieri a Facebook Tiziano Pandolfi, che nella giornata del 16 marzo ha deciso di pubblicare sul suo profilo una lettera indirizzata al padre Gianni, morto di Covid esattamente un anno fa. Nel testo, l’uomo racconta al genitore tutto ciò che è cambiato in quest’ultimo anno, rammaricandosi di non essere riuscito a fargli un ultimo saluto nei giorni in cui è rimasto ricoverato in ospedale.

Covid, la lettera al padre morto un anno fa

Nella lettera Pandolfi racconta: “Sai tu sei stato uno dei primi ad andartene ma da allora oltre 2 milioni e mezzo di persone hanno perso la vita a causa di questo virus. Oltre 100.000 solo in Italia. Poi arriva il turno dei familiari, che l’anziano padre non ha potuto salutare: “Tua nipote, la Principessa, sta facendo sci, mentre, Ilai si allena sempre a tennis. Però per potersi allenare devono fare due tamponi a settimana. Non ho neanche mai saputo se te ne hanno mai fatto uno, nei tre giorni in cui sei stato ricoverato in ospedale”.

La lettera prosegue elencando le restrizioni che si sono succedute in questi ultimi mesi: “Se tu fossi qui papà la verità è che non potresti vedere spesso i tuoi nipoti, non potresti andare al bar a prendere il caffè, come amavi tanto, dovresti sempre usare la mascherina e dovresti vivere con la paura di ammalarti. […] Di una cosa sono sicuro, questo mondo non ti sarebbe piaciuto; ma non piace a nessuno.

Nel finale, Pandolfi spiega la sua tristezza nel non aver potuto dare un ultimo saluto al padre: “Voglio chiederti perdono, tu non sai quanto mi sia dispiaciuto non poterti dire un’ultima volta ciao. Non poterti stare accanto e stringerti la mano in quel momento così difficile. Non averti potuto seppellire se non 3 mesi dopo. Questo rimorso me lo porterò dentro. Però ogni tanto metto la tua camicia da boscaiolo, quella azzurra a quadretti; così ti porto un po’ in giro con me. Ti voglio tanto bene”.