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Quando finirà la terza ondata di Coronavirus in Italia?

Coronavirus

La terza ondata potrebbe finire entro Pasqua: gli esperti prevedono il plateau prima della festività ma in un contesto per nulla omogeneo.

La terza ondata di covid in Italia si attenuerà entro Pasqua, lo prevedono con cautela gli esperti e ci sono regioni che potrebbero “riaprire”. Tuttavia il dato di partenza, quello attuale, non è dei più confortanti. Il 17 marzo si è registrato il nuovo record di ingressi in terapia intensiva: 324 ricoveri. E a contare che si tratta del numero più altro della serie specifica parlare di attenuazione dei contagi è quanto meno delicato. Vero è che quel dato monstre è sceso a 249 il 18 marzo, ma con una risalita del tasso di positività. Si tratta di una specie di ‘tenaglia’ numerica dunque in cui se una cosa va bene su un fronte peggiora su un altro. Le domande a corredo di questa situazione restano però le stesse. E cioè quando si raggiungerà il picco, se la Pasqua che arriva vedrà quel picco superato o in perfetta coincidenza e se ci saranno regioni beneficiarie di una nuova situazione.

Quando finirà la terza ondata?

Carlo La Vecchia, epidemiologo e docente di Statistica medica all’Università statale di Milano intervistato in questo senso da Open, la dice chiara: “Questa è una domanda impossibile. Lo è innanzitutto perché è una decisione politica. Affinché una regione possa passare dal rosso all’arancione, deve rispettare una serie di criteri”. Quali? . Il famoso “scenario di tipo 1 e un livello di rischio (composto da 21 parametri) alto”. Poi “uno scenario di tipo 2 e un livello di rischio almeno moderato, un’incidenza di positivi ogni 100 mila abitanti inferiore a 250”. L’ipotesi che da lunedì 22 marzo ci possano essere regioni in giallo è improponibile per motivi normativi. Il governo Draghi infatti ha sospeso per decreto le zone gialle fino al 6 aprile, quindi l’arancione sarà casella minima fino a dopo Pasqua e indipendentemente dai numeri.

Ecco le regioni che sperano

La Vecchia ha spiegato che l’andamento della pandemia in Italia “è ancora in crescita, anche se meno che in precedenza. Nell’ultima settimana i contagi sono aumentati in media dell’8%, nella settimana precedente del 15%, in quella ancora precedente del 31%. È molto probabile che raggiungeremo una condizione di livellamento, ovvero di picco e di plateau, entro Pasqua. Ma non mi aspetto cambi di colore entro questo termine”. C’è poi il discorso delle singole regioni, con la Lombardia che potrebbe raggiungere il livellamento addirittura prima di Pasqua e far felice il governatore Attilio Fontana. Tuttavia La Vecchia snocciola numeri recenti non proprio invitanti: “Questa regione aveva un’incidenza di 328 casi ogni 100 mila abitanti, ben oltre la soglia di 250”. Sono numeri da zona rossa, altro che livellamento. Anche Abruzzo e Umbria, che già a febbraio erano alte nei contagi, potrebbero raggiungere il picco entro Pasqua. Sta messa male la Campania, mentre la provincia autonoma di Bolzano è in discesa e quella di Trento non ancora. La Toscana rischia di diventare rossa, mentre il Molise potrebbe passare in arancione.

Le isole possono crederci

Secondo La Vecchia stanno messe bene solo le isole. “Le uniche regioni davvero basse sono le isole, il resto d’Italia ha cicli che possiamo sperare si livellino ad aprile, anche grazie alla partenza della campagna vaccinale di massa”. Gli ha fatto eco sempre su Open Gloria Taliani ordinaria di Malattie infettive all’Università La Sapienza di Roma. Previsioni difficili ed epidemia “capricciosa” a suo parere. “Prendiamo per esempio il Lazio, che in questo momento è rosso. Il 17 marzo la variazione dei soggetti attualmente positivi è in crescita a 855, mentre quella dei guariti è più bassa, sotto i 600”.

Il caso del Lazio

Insomma, con i positivi in trend i crescita è difficile pensare ad un Lazio che torni arancione dal 22 marzo. Tuttavia “il 17 marzo il numero dei guariti è aumentato. Poiché però il numero degli attuali positivi si mantiene elevato, anche se i guariti aumentano c’è poco da fare”. Il senso è che rimodulare le restrizioni in un momento come questo, dove si accavallano dati di speranza e cifre non proprio ottimistiche è un azzardo. Taliani però crede che prima di Pasqua allentare le restrizioni sia tutto sommato possibile in punto di norma, ma infido come effetti possibili. “Molti osservatori esterni se lo aspettano e la auspicano anche. Io onestamente non saprei cosa dire, anche perché il messaggio rivolto ai cittadini deve essere coerente. L’effetto yo-yo non va bene, non saprei come spiegare una rimodulazione prima di Pasqua per poi tornare subito dopo a lockdown più stringenti”.

Lockdown provinciali per uscirne

La strada giusta quini appare quella delle restrizioni provinciali. “Anziché focalizzarsi sulle regioni, bisognerebbe puntare sulle province. Il punto vero è ridefinire i margini delle zone ad alto rischio con un criterio geografico più ristretto. Questo perché la situazione all’interno delle singole regioni non è affatto omogenea”. E la benedetta terza ondata? Quando finirà? La professoressa Taliani punta tutto su andamento dell’epidemia e vaccinazione di massa, cioè su un primo dato empirico e su un secondo aleatorio. “Se l’anno scorso, senza presidi esterni se non la spinta climatica, nella primavera avanzata c’è stato un declino dei contagi, possiamo immaginare che nel 2021 accadrà la stessa cosa. Anche grazie ai vaccini, la platea degli immuni sarà più ampia. E si spera così di poter limitare la circolazione del virus. Con 500mila vaccinazioni al giorno, la riapertura delle scuole a settembre non dovrebbe creare gli stessi problemi che ha creato quest’anno”.