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Roma, al ristorante e in palestra con il passaporto vaccinale: l'ipotesi

Roma ristorante passaporto vaccinale

Da sabato 20 marzo i primi 219.791 cittadini del Lazio vaccinati con prima e seconda dose potranno scaricare il certificato sul sito.

Mentre si lavora per salvare Euro 2020, la Campania ha presentato una card vera e propria che attesti l’avvenuta vaccinazione e l’idea del passaporto sanitario è già stata adottata da diversi Paesi, come la Cina. La proposta sembra piacere anche alla giunta della Capitale. A Roma, infatti, i locali potrebbero riaprire prima: si potrebbe andare al ristorante e in palestra disponendo di un passaporto vaccinale. L’idea prevede che i locali tornino attivi anche la sera, ma i clienti dovranno mostrare la “green card” sulla quale si dibatte anche in Ue.

Intanto da sabato 20 marzo i 219.791 cittadini del Lazio che hanno già ricevuto la prima e la seconda dose di vaccino potranno scaricare l’attestato sul sito della Regione (SaluteLazio.it). Andrea Coia, l’assessore alle attività produttive del Campidoglio, spiega che il comune è al lavoro per aiutare, sostenere e incentivare i settori piegati dalla crisi economica conseguente all’emergenza coronavirus. Con la zona rossa, c’è poco da fare. Ma quando il livello dei contagi, speriamo presto, scenderà di nuovo ai livelli della zona gialla, dobbiamo farci trovare pronti“, ha precisato Coia.

Roma, al ristorante con il passaporto vaccinale

Per Andrea Coia i certificati che attestano l’avvenuta vaccinazione “potrebbero essere utilizzati per consentire ai ristoranti di rimanere aperti la sera, non solo di giorno, o per le palestre“. Lo aveva sottolineato anche Virginia Raggi, che ospite a Porta a Porta, aveva dichiarato: “Dobbiamo aiutare i ristoratori e gli imprenditori provando a fare un passo in avanti verso la normalità. Si potrebbe far riaprire ristoranti, bar e locali fino alle 22 con regole rigidissime, si valutino dei protocolli molto stretti da applicare ma si consenta a chi è in regola e rispetta questi protocolli di lavorare”.

In zona gialla non ci sarebbero limitazioni per i locali aperti a pranzo, eccetto la distanza tra i vari tavoli (che in molti casi ha costretto una netta riduzione dei coperti). A inizi marzo la giunta di Roma ha chiesto al Governo di permettere la riapertura fino alle 22 dei locali in zona gialla. Se l’esecutivo non dovesse approvare la proposta, dopo Pasqua il Campidoglio potrebbe emanare una propria ordinanza. Il comune vuole garantire anche la ripartenza del turismo, settore fondamentale per la città.

La Raggi ha sottolineato che l’offerta turistica dovrà puntare sui “viaggi in sicurezza”, disponendo per esempio un “bollino Covid-free” per gli alberghi. L’assessore allo Sviluppo aggiunge: “Rafforzeremo il sistema di certificazione “Safe Tourism” per gli hotel e le altre strutture ricettive. Il bollino, tramite agenzie di controllo qualificate, attesta la regolarità delle sanificazioni e il rispetto delle misure anti-Covid”. Con lo scoppio della pandemia il turismo ha subito una drastica perdita. L’osservatorio Otex, infatti, ha evidenziato che il fatturato delle strutture ricettive extralberghiere di Roma è passato da 531 milioni a 192 milioni nell’arco di un anno (-71% dal 2019 al 2020).