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D'Amato: "Così il Lazio è diventato primo in Italia nelle vaccinazioni"

Lazio primo in Italia nelle vaccinazioni, i perché di D’Amato

Lazio primo in Italia nelle vaccinazioni, i perché di D’Amato di un successo che vede la regione pronta a vaccinare tutti i cittadini entro l'estate

Lazio primo in Italia nelle vaccinazioni, i perché di Alessio D’Amato stanno tutti nel metodo “israeliano”, nella catena corta e nella velocità. Ad oggi la regione ha inoculato il vaccino a circa 800mila persone. L’assessore regionale alla Sanità lo ha spiegato un una intervista al Corriere. E sottolinea come nel Lazio i risultati siano visibili dati alla mano: fra gli over 80 i casi sono dimezzati. E con un tasso di mortalità passato dal 2,59 ogni 10mila abitanti dei primi di febbraio all’1.54 di inizio mese.

Le ragioni del successo

Sulle ragioni generali del successo D’Amato ha citato il modello Israele, quello cioè di velocità, coordinamento, regole ferree. E catena corta”. Le modalità hanno fatto la differenza, con “prenotazioni online e criterio anagrafico, che non fa perdere tempo a creare liste e listine”. Gli over 80 sono quasi tutti messi al sicuro grazie anche alla scelta di inserirli nella fase 1 di vaccinazione, assieme ai sanitari. Per D’Amato quella è stata la scelta giusta. “In Lombardia per esempio hanno dato la precedenza agli amministrativi negli ospedali, lasciando gli over 80 in secondo piano. Noi abbiamo il più basso tasso di non sanitari vaccinati”.

Lazio primo in Italia: i grandi hub

Una speditezza che nel Lazio è figlia anche della creazione “di grandi hub con una capacità vaccinale importante. – ha detto D’Amato – Penso a Fiumicino, che a breve verrà aperto anche di notte e che potrà somministrare settemila dosi al giorno. Poi alla Nuvola dell’Eur, che ne può farne anche 4 mila. Alla rete presto si aggiungeranno anche gli Studios di Cinecittà, la Vela di Calatrava, l’Auditorium della tecnica di Confindustria, con 40 poltrone in contemporanea. Inoltre il centro commerciale Porta di Roma alla Bufalotta e l’Outlet di Valmontone». In un contesto del genere il potenziamento della rete diventerebbe la ciliegina sulla torta. Potenziamento che scatterà “quando arriverà il vaccino monodose Johnson & Johnson, a fine aprile. Che potrà essere somministrato anche dai medici di medicina generale che possono inoculare fino a 50 mila dosi al giorno. Poi e nelle farmacie, che viaggeranno sui 15 mila. In modo da arrivare a 1 milione e 800 mila vaccinazioni al mese”.

“Vaccinare tutti entro l’estate”

E l’obiettivo è chiaro: vaccinare l’intera popolazione del Lazio “entro l’estate, ma tutto dipende dall’approvvigionamento. Se abbiamo le dosi non esisteranno domeniche, Pasque e Pasquette. I nostri centri vaccinali non conoscono promiscuità: dove si somministra Moderna si somministra solo Moderna, dove Pfizer solo Pfizer. Così evitiamo di fare come in Calabria, dove è stata data la prima dose di un vaccino e la seconda di un altro”. E sulla questione AstraZeneca D’Amato ha chiosato: “È stato fatto un danno. In una campagna su base volontaria, la fiducia nel vaccino è fondamentale”.