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Covid, Valle d'Aosta blindata: vietato l'accesso ai non residenti

Valle d'Aosta vietato accesso non residenti

La Valle d'Aosta opta per la massima prudenza e vieta l'accesso a tutti i non residenti nella Regione.

La Valle d’Aosta blinda i propri confini regionali per evitare la risalita dei contagi e provare a salvare la zona di rischio covid arancione. Ecco dunque per decisone del presidente del territorio Erik Lavevaz sarà vietato l’accesso ai non residenti così come non è consentito lo spostamento da fuori Regione verso le seconde case. Una scelta che va in controtendenza rispetto alle direttive nazionali e che segna una netta discontinuità rispetto al passato quando proprio la Valle d’Aosta invitava piemontesi e lombardi a recarsi nelle proprie strutture alberghiere di montagna.

Valle d’Aosta: vietato l’accesso

A commentare la decisione è stato l’assessore al turismo della Valle d’Aosta, Jean Pierre Guichardaz, che ammette come la decisione non sia stata esente da critiche: “È bene fare chiarezza. Non è stata una decisione presa a cuor leggero, non vogliamo demonizzare i titolari delle seconde case. Non deve passare l’idea che li immaginiamo come untori. Di concerto con il comitato tecnico scientifico abbiamo fatto una scelta ponderata, che sappiamo creare disagio oltre che a loro anche a quella piccola economia locale che può rimanere penalizzata. Vogliamo però evitare – ha aggiunto – l’impennata dei contagi: il trend è in salita e quindi dobbiamo fare il possibile per evitare di creare troppa pressione sul nostro ospedale“.

Lo stesso Guichardaz sottolinea inoltre come i posti in rianimazione a disposizione delle Regione siano pochi e che dunque non possano essere commessi errori di leggerezza in questa delicata fase dell’emergenza. “Ai turisti – aggiunge – diciamo: ci dispiace, ma si tratta solo di poche settimane. Dobbiamo tener duro per non andare in zona rossa”. A suo sostegno l’assessore al turismo cita anche i numeri del covid in Valle d’Aosta: ieri, 20 marzo, i nuovi positivi sono stati 65, con 27 ricoveri di cui 2 nei reparti di Terapia Intensiva. Si tratta dunque di una scelta prudenziale che nelle speranze di Guichardaz avrà la durata di sole poche settimane anche in virtù di una campagna vaccinale che ha già ottimi numeri e che con il tempo potrà solo che migliorare. “Siamo la prima regione come numero più alto di vaccinati in rapporto alla popolazione – dice l’assessore in conclusione – e continuiamo a fare screening serrati come quello nelle scuole”.