> > Crosta terrestre Italia centrale, vibra dal 24 agosto 2016

Crosta terrestre Italia centrale, vibra dal 24 agosto 2016

Crosta terrestre

A spiegarlo è l'Ingv, secondo cui questo fenomeno "è dovuto al graduale adattamento del volume della crosta terrestre".

La scossa di terremoto di magnitudo 3.4 avvertita questa notte alle ore 4.48 ad Amatrice è provocata dalla crosta terrestre del Centro Italia che continua a vibrare da quel fatidico 24 agosto 2016, data del terribile sisma avvenuto nell’Italia Centrale, che ha provocato numerosi morti. E’ riferire questa notizia è stato l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che ha spiegato che questo fenomeno è causato in particolare dal graduale adattamento del volume della crosta terrestre.

Crosta terrestre Centro Italia

Secondo quanto riferito dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), una sorta di continua vibrazione sta scuotendo in maniera incessante la crosta terrestre del Centro Italia. Questo fenomeno si continua a verificare da quel fatidico 24 agosto 2016, data del terribile sisma che ha letteralmente devastato il Centro Italia, provocando molte vittime e feriti. L’Ingv ha inoltre spiegato che la scossa di terremoto di magnitudo 3.4 che si è avvertita questa notte alle ore 4.48 ad Amatrice può essere stata provocata proprio da questo particolare fenomeno. Inoltre, sempre l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha aggiunto che tale fenomeno è causato in particolar modo dal graduale adattamento del volume della crosta terrestre.

L’Ingv nei giorni scorsi aveva fatto scattare un altro allarme di possibili di terremoti, soprattutto per quanto riguarda il Sud Italia. Secondo quanto riportato dall’Istituto, infatti, sotto l’Appenino Meridionale esiste un magma che potrebbe causare anche delle scosse di notevole entità, anche più profondi di quelli che si sono già verificati in passato nelle stesse zone. Entrando maggiormente nello specifico, il magma è presente in profondità nell’area del Sannio-Matese.

La spiegazione dell’Ingv

La notizia riportata dall’Ingv in riguardo alla presenza di un magma presente sotto l’Appenino Meridionale è stata data prendendo spunto dal lavoro “Seismic signature of active intrusions in mountain chains”, pubblicato su Science Advances. Un lavoro che si riferisce in particolare alla composizione, alla struttura e e alla sismicità di determinate catene montuose. Francesca Di Luccio, geofisico INGV e coordinatore, ha raccontato che i le catene montuose solitamente sono caratterizzate dall’arrivo di terremoti, che possono essere causati dall’attivazione di faglie che si muovono in risposta a sforzi tettonici.

In seguito ad uno studio di una sequenza sismica avvenuta tra il dicembre 2013 e 2014 nella zona del Sannio-Matese, è stato scoperto che questi terremoti sono stati causati da una risalita di magma nella crosta, con un profondità compresa tra i quindici e i venticinque chilometri. Questa anomalia è stata provocata nello specifico non solo dalla profondità dei terremoti in questione, ma anche dalle forme d’onda delle scosse più importanti, simili a quelle che si verificano nelle aree vulcaniche.

Secondo i dati raccolti sempre dall’Ingv, sembra che i gas rilasciati da questa intrusione di magma siano composti prevalentemente da anidride carbonica, che è riuscita a raggiungere la superficie come un gas libero oppure disciolta negli acquiferi della zona interessata. Inoltre, l’Ingv ha spiegato che proprio questa intrusione di magma può causare anche terremoti con una magnitudo significativa.