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Cruciverba: l'antica plebe greca (5 lettere)

demos

Se trovassimo sul cruciverba questa definizione: "L'antica plebe greca". 5 lettere. Quanti saprebbero la risposta demos?

Facciamo un saldo indietro nel tempo all’antica Grecia e scopriamo l’etimologia della parola demos.

L’etimologia della parola

Nell’antica Grecia demos indicava il popolo. Nello specifico ceto, partito e governo popolare in contrapposizione a quello dell’aristocrazia. Questo termine era usato per indicare la più piccola unità territoriale concepita dal popolo greco e in particolare dagli ioni.

L’importanza dei demos nella storia

Nell’organizzazione sociale le funzioni dei demos sono ricordati a partire dalle Leggi di Solone.

I demos ad Atene

Con Clistene e la sua riforma democratica (508/507 a.C.) i demos divennero delle divisioni amministrative ufficiali. Atene venne così suddivisa in 139 demos che secondo Strabone, nel III secolo a.C., divennero ben 174. Per Clistene queste suddivisioni erano importanti non soltanto come divisione territoriale della regione dell’Attica ma anche per essere il fondamento della costituzione dello stato ateniese.

I demos assunsero poteri sul controllo sui diritti politici dei cittadini togliendo di fatto alle famiglie nobili il potere di decidere se ammettere o escludere una persona dalla cittadinanza. Ogni cittadino ateniese, infatti, al raggiungimento della maggiore età, veniva iscritto a un demo. Questo era un requisito fondamentale per avere la cittadinanza.
Divennero così la base dello stato civile ateniese. Ogni suo membro godeva degli stessi diritti ed era obbligato agli stessi doveri senza più distinzioni di classe sociale.

Dal punto di vista municipale ogni demos era autonomo. Venivano eletti in un’assemblea annuale un proprio demarco e i tesorieri. In aggiunta avevano competenze in materie dei registri di proprietà per il regime tassatorio.

Alcuni di questi divennero dei centri religiosi importanti come nel caso di Eleusi e Acarne.

Dal punto di vista politico queste divisioni amministrative fornivano alla Stato i membri del Bulé. Secondo la struttura organizzativa greca ogni demo apparteneva a una delle trenta trittie. Ogni tre trittie (una della costa, una dell’interno e una della città) si creava una delle 10 tribù. Ogni tribù poteva nominare 50 membri della Bulé. I membri erano suddivisi tra i vari demos in proporzione alla popolazione che vi abitava.

Inizialmente i demos rappresentavano quindi il sostegno politico all’autorità regia in contrapposizione a quella aristocratica. Con il prevale del potere aristocratico i demos furono esclusi da ogni partecipazione politica alle questione governative e dal possedimento di beni fondiari. Lentamente, con l’indebolirsi dell’aristocrazia, i demos trovano però nuove forme di guadagno come mercanti riuscendo in questo modo a riconquistare il potere politico perduto.

Solo a partire dal V secolo a.C. iniziarono a perdere la loro importanza ma rimasero nel ricordo popolare venendo idealizzati come divinità. Venivano raffigurati come un vecchio barbuto con il mantello e il dorso scoperto.

I demos a Costantinopoli

Dopo il declino ateniese, ritroviamo i demos a Costantinopoli durante il governo bizantino. I demos erano una suddivisione amministrativa cittadina. Ognuno era sottoposto al comando di un democrate, nominato dall’Imperatore e costituivano parte della milizia civile.

Dal punto di vista politico erano suddivisi in due schieramenti, noti come i “verdi” e gli “azzurri” e spesso furono determinanti per la politica interna di Costantinopoli.