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Francesco Cossiga: la biografia, i libri e le frasi celebri

Francesco Cossiga

Francesco Cossiga: vita, pensiero politico, libri e frasi di uno degli uomini più influenti degli ultimi decenni.

Di politici poliedrici e di spessore in Italia ne sono passati tanti. Ma pochi possono vantare un curriculum come quello di Francesco Cossiga. Uomo forte, deciso, astuto e capace, è riuscito a farsi apprezzare, e a volte a criticare, per le sue abilità politiche, riuscendo a ricoprire tutte le massime cariche dello stato.

Francesco Cossiga: biografia e vita privata

Francesco Maurizio Cossiga, nato a Sassari il 26 luglio in una famiglia medio-borghese, si laureò in Giurisprudenza a soli 19 anni. Esponente ed iscritto dalla prima ora alla Democrazia Cristiana, in poco tempo, grazie alla sua intelligenza e determinazione, divenne uno degli uomini politici più influenti della Repubblica Italiana. Per ben tre volte è stato nominato Ministro dell’Interno.

Gli avversari lo definirono “Ministro di ferro” per via delle maniere ruvide e spesso brutali con cui era solito far cessare le proteste pubbliche. Dal 1979 al 1980 ricoprì la carica di Presidente del Consiglio. In seguito divenne Presidente del Senato e poi Presiedente della Repubblica.

Dopo un lungo fidanzamento, nel 1960 Francesco Cossiga sposò Giuseppa Sigurani, da cui ebbe due figli: Annamaria e Giuseppe (anche lui politico). Nonostante Cossiga abbia sempre fatto dell’amore per dio, per la patria e per la famiglia i suoi tre capisaldi, nel 1998 divorziò dalla moglie . Nel 2007 gli ex coniugi ottennero dalla Sacra Rota l’annullamento del matrimonio.

Francesco Cossiga: la morte

L’ex Presidente del Consiglio morì a Roma il 9 agosto 2010 colpito da un infarto mentre si trovava ricoverato al Policlinico Gemelli. Da tempo soffriva infatti di crisi respiratorie e altre patologie che pian piano ne hanno compromesso il quadro clinico generale.

Anche se lontano dagli scranni del potere da tanto tempo, Cossiga non si staccò mai dal mondo della politica, tanto che una volta morto venne letto quello che è considerato il suo testamento politico. Nel 2007 infatti, per via delle già non ottimali condizione di salute, il politico sardo volle lasciare alle quattro autorità massime dello stato in carica in quel momento (Giorgio Napolitano, Romano Prodi, Fausto Bertinotti e Franco Marini) le sue ultime considerazioni e volontà politiche. Riassunte molto brevemente esprimevano amore e onore per la patria e rispetto per Dio e per l’arma dei Carabinieri.

In realtà toccò a Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Renato Schifani e Giorgio Napolitano ricevere gli ultimi diktat dell’ex premier, in quanto erano loro le cariche dello Stato più importanti al momento della morte di Cossiga. I funerali si svolsero nella capitale in forma privata. Per rimarcare l’amore che provava per la sua terra d’origine, lasciò scritto di voler essere sepolto nel cimitero comunale di Sassari, nella tomba di famiglia.

I libri di Francesco Cossiga

Nonostante il suo lavoro non fosse quello di scrittore, il Cossiga si dilettò spesso con a scrivere libri. I suoi numerosissimi scritti spaziano dalla politica alla sfera più intima e personale. Tra le tante opere che ci ha lasciato in eredità, quelle più importanti sono:

  • Mi chiamo Cassandra. Si tratta di arguzie, giudizi e vaticini di un profeta incompreso.
  • Fotti il potere. In questo libro Cossiga, insieme allo scrittore Andrea Cangini, svela le regole non scritte, i meccanismi e le dinamiche dell’eterno gioco del potere secondo il suo punto di vista. Per la prima volta in vita sua si racconta senza pudore né ipocrisia spiegando cos’è per lui la politica.
  • Italiani sono sempre gli altri. E’ una controstoria dell’Italia da Cavour a Berlusconi. Il libro ripercorre le vicende politiche dei principali leader politici italiani: una ricostruzione del passato nell’ottica di capire meglio il presente.

Le frasi di Francesco Cossiga

In una vita passata tra palazzi e cariche politiche, le frasi che Francesco Cossiga ha regalato a scrittori e giornalisti sono tantissime. Ecco le più significative:

Parlare non dicendo, tacendo anzi quello che tacere non si dovrebbe, non sarebbe conforme alla mia dignità di uomo libero.” (dal Discorso di fine anno del 1991, quando era Presidente della Repubblica).

Se ho i capelli bianchi e le macchie sulla pelle è per questo. Perché mentre lasciavamo uccidere Moro, me ne rendevo conto. Perché la nostra sofferenza era in sintonia con quella di Moro.” (estratto da un’intervista rilasciata al giornalista Paolo Guzzanti dopo una domanda sul caso Moro).